Emergenza Toscana
Fiorentina-Juventus, l’alluvione, e quegli agenti di polizia nel posto sbagliato
La lezione di civiltà dei tifosi alle istituzioni lontane dalla realtà: in 7 mila hanno deciso di disertare gli spalti

Otto morti, un disperso. Centinaia di persone isolate nelle loro abitazioni, decine di migliaia di cittadini in seria difficoltà, molti dei quali senza più niente. È la fotografia di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, e di altre zone del territorio della provincia devastate dall’ondata di maltempo che si è abbattuta su questa porzione di territorio nella notte tra il 2 e il 3 novembre scorsi. Uno scenario di desolazione che ha fatto scattare una straordinaria catena di solidarietà tra i fiorentini e non solo, ma che non è stata sufficiente a indurre la Lega di Serie A a rinviare Fiorentina-Juventus, da sempre “la partita” per i tifosi viola. La gara si è disputata come da calendario domenica sera in uno scenario surreale, con la curva Fiesole semivuota per la decisione del tifo organizzato di disertare l’appuntamento, manifestando in questo modo il loro disappunto verso chi aveva deciso che lo spettacolo avrebbe dovuto proseguire. A dispetto di tutto. A dispetto dei morti e del disastro di una zona a pochi chilometri dallo stadio Artemio Franchi. Del resto, erano stati proprio loro, la frangia più calda della tifoseria, a invitare chi di dovere a riflettere bene su ciò che stava accadendo.
“Ci chiediamo che senso abbia impiegare centinaia di servitori dello Stato per una partita di calcio quando c’è una popolazione che sta piangendo morti ed è in difficoltà. Non c’è niente da festeggiare: dare un segnale contro questa ingiustizia è un atto che ci viene dai nostri sentimenti e dalla nostra ragione”, il cuore di una nota diffusa poco prima che centinaia di supporter viola si spostassero a Campi per aiutare spalando il fango e togliendo l’acqua dalle case.
La scelta degli ultras
Fino all’ultimo, domenica a Firenze si è sperato che prevalesse il buon senso. Il primo spiraglio si era aperto al mattino con un post di Matteo Renzi che dai social ammoniva Lega calcio e Governo: “Giocare il match in queste ore non ha proprio senso: ci sono tanti territori ancora in difficoltà intorno a Firenze, non è logico mandare centinaia di poliziotti, carabinieri, soccorritori allo Stadio anziché a Campi Bisenzio o a Quarrata. Chiedere il rinvio è una cosa semplice e doverosa: peccato che solo gli ultras abbiano detto la cosa giusta mentre le Istituzioni invece stiano facendo una cosa profondamente sbagliata” sono state le parole che hanno aperto le danze. Subito dopo è arrivata l’adesione del Presidente della Regione, da ieri anche Commissario per gestire l’emergenza, Eugenio Giani e poi via via Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio, Mauro Berruto, deputato e responsabile sport del Partito Democratico, Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd e Antonio Mazzeo, Presidente del Consiglio regionale della Toscana.
La risposta di Piantedosi e Abodi
Nel pomeriggio anche il sindaco di Firenze Dario Nardella ha chiesto che non si giocasse e ha ricordato a tutti che aveva provato a suggerirlo alla Lega sabato sera. Tutto inutile, tanto che sempre Renzi ha annunciato un’interrogazione parlamentare per chiarire come tutto ciò sia stato possibile: “I ministri Piantedosi e Abodi mi hanno scritto che non intendono bloccare la partita perché la Lega Calcio non vuole. Penso che questa scelta sia uno sfregio che la nostra terra non meritava. Prendo atto che chi decide è talmente subalterno al mondo del calcio da accettare anche le decisioni più disumane e inopportune. Sono fiero dei tifosi fiorentini e juventini che hanno dato una lezione di civiltà a delle istituzioni che mai come oggi sembrano lontane dalla realtà”. Con queste parole il senatore ha chiuso una giornata fatta di speranze e conclusa come peggio non avrebbe potuto.
L’esempio di Biraghi
Per la cronaca sono stati in 7 mila a decidere di disertare gli spalti: per la prima volta nella sua storia secolare, la Fiorentina ha affrontato la rivale di sempre senza il sostegno dei suoi Ultras e nessuno in città si è soffermato a parlare della partita. Né prima, né dopo. C’era da aiutare una comunità in ginocchio e portare aiuto e conforto a migliaia di persone in gravissima difficoltà. Ieri con gli stivali di gomma a spalare il fango c’era anche Cristiano Biraghi, capitano della Fiorentina. Un’immagine bellissima che non avrà fatto la fortuna di nessuna pay tv, ma che ha scaldato il cuore di una comunità intera.
PS. La Juventus ha vinto 1 a 0. Ma a nessuno, per una volta a Firenze, è interessato minimamente.
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