Il coordinatore cittadino di Italia Viva l’ha definita una fiction, ma stando al susseguirsi degli episodi e dei colpi di scena sembra più una serie di Netflix, di quelle che si snodano in molte stagioni. Stiamo parlando della vicenda relativa al restyling dello stadio Artemio Franchi di Firenze, l’unico al mondo che sarebbe stato riammodernato con i soldi pubblici, in particolare con i fondi del Pnrr, quando invece c’era un privato disposto a finanziarlo.

Il condizionale in questa vicenda è d’obbligo, perché nonostante l’ottimismo “testardo” del sindaco Dario Nardella, ciclicamente cade una tegola sul progetto: prima i 55 milioni revocati da Bruxelles, adesso il bando per affidare i lavori andato deserto. Insomma, al momento manca un quarto del budget stabilito inizialmente e non si è presentato nessuno per realizzare l’intervento.

Per Palazzo Vecchio non c’è nessun problema: «Il Comune – è scritto in una nota ufficiale – aveva considerato l’opzione di una gara deserta e la nuova roadmap prevede un appalto di lavori su progetto esecutivo».

Con la nuova procedura, si spiega da Palazzo Vecchio, il Comune incaricherà Arup (gli architetti) di redigere la progettazione esecutiva in minor tempo (rispetto ai tre mesi previsti per la ditta vincitrice) per poi effettuare una nuova gara sulla base del progetto esecutivo, da chiudere entro il 15 novembre, e fissare l’inizio lavori a fine dicembre. Nessun problema dunque. Ma schiacciando il tasto play anche soltanto sull’icona “riassunto delle puntate precedenti” assisteremo a questo scenario: un progetto da realizzare improrogabilmente entro il 2026, 55 milioni da reperire velocemente e un’impresa da convincere ad accettare la scommessa.

«L’ottimismo è il profumo della vita» ricordava spesso Tonino Guerra in una nota campagna pubblicitaria, ma qui sembra più di ascoltare i versi di De Gregori sull’affondamento del Titanic «E il capitano disse al mozzo di bordo: giovanotto, io non vedo niente. C’è solo un pò di nebbia che annuncia il sole. Andiamo avanti tranquillamente». E a Firenze si procede così: «Non arretriamo di un centimetro dalla volontà di riqualificare lo stadio Franchi e restituirlo alla città innovato e al passo coi tempi, riqualificando nel contempo un intero quartiere. Non ci pare certo il momento delle illazioni, delle accuse o delle polemiche». Parole e musica di Capitan Nicola Armentano, capogruppo Pd in Consiglio comunale.

Ovviamente interviene anche la Fiorentina che, a buon diritto, chiede chiarezza: «Fateci sapere che succede» è l’sms che Joe Barone, direttore generale viola, ha lanciato subito dopo l’annuncio. Ormai in città anche i sassi hanno capito che pensare di mandare in esilio la squadra per almeno due anni – come aveva ipotizzato Nardella qualche tempo fa – è una proposta inaccettabile. Per questo, adesso si pensa di convertire a tempo di record lo stadio del rugby in impianto temporaneo per la Fiorentina. Costo stimato: tra i 5 e i 10 milioni; chi paga? Non si sa. Pare chiaro a tutti che questa serie sia arrivata ai titoli di coda dell’ultimo episodio dell’ultima stagione. Qualcuno dovrebbe avvertire Nardella, o quantomeno togliergli il telecomando dalle mani e premere il tasto off. Per il suo bene, ma soprattutto per il bene di Firenze.

Daniele Bertini

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