Questa non è Ibiza
Forte dei Marmi, dal dominio turistico russo (con ville fittate a 200mila euro) alla borghesia toscana e milanese che va in spiaggia in bici e ape car
Forte dei Marmi. Versilia. Set di film che hanno fatto epoca (Sapore di Mare su tutti) e tratteggiato paesaggi e personaggi, direi un intero segmento significativo della società italiana che negli anni 60 al Forte passava il suo periodo di villeggiatura a ritemprare, e un po’ anche esibire, fatiche e frutti del periodo del boom economico, quando l’Italia cresceva al 6% l’anno, le tasse erano al 31%, la spesa pubblica contenuta, la burocrazia non pervasiva e tutti avevano sete di lavoro.
Passano i decenni ma Forte dei Marmi, e la confinante Marina di Pietrasanta non perdono quota, anzi rilanciano. Dopo anni di dominio turistico russo, favorito dall’adiacente aeroporto internazionale di Pisa, che dista 40 chilometri, che ha arricchito proprietari di bagni, ristoratori e soprattutto immobiliaristi e proprietari di casa (i quali arrivavano ad affittare le proprie ville di Roma Imperiale a 200mila euro a stagione), si apprestano a inaugurare hotel del calibro di Mandarin. E Forte dei Marmi resta uguale a se stessa, ma piena di gente.
Comoda da Milano (due ore di macchina), meno da Roma (almeno tre, anche se si prende il treno fino a Viareggio), la Versilia offre una quantità di servizi non indifferenti che attraggono famiglie e mondani con la stessa facilità. Inutile fare l’elenco di personaggi che affollano le sue spiagge un po’ Miami style, larghissime e curate, arredate da tende sotto le quali ci si ripara sui lettini, a un metro dalle cabine che compaiono nelle degli 800mila selfie postati su Instagram da un sacco di gente di tutto il mondo, belle donne in primis.
A Forte dei Marmi c’è una ricchezza incredibile, e una galleria di personaggi che ne fanno meta anche per chi cerca di fare pubbliche relazioni nell’alveo della migliore borghesia italiana, specialmente toscana e milanese. Che qui non ha un atteggiamento minimal, non si vergogna di fatturare e godersi il frutto meritato di tanto lavoro, e ama recitare come fosse ancora nel set dei mitici fratelli Vanzina che tanto hanno contribuito al successo di questa località, dove più che vacanza fai autentica villeggiatura, dove ogni anno alla rassegna della Versiliana passano i protagonisti dell’attualità italiana, perché la Versilia è ambiziosa e vuole testarli dal vivo. Che non sia un luogo prettamente di mare lo si intuisce dai ritmi compassati e mai estremi della giornata: al mattino, c’è fila per sfoglia della pasticceria Versilia a Marina di Pietrasanta.
Il centro cittadino brulica fino alle 11,30, poi tutti in spiaggia, generalmente in bicicletta (i radical chic milanesi adesso si muovono in ape car, rispolverando quel gusto retrò che li illude di tornare agli anni 60) mentre però si assiste a una concentrazione unica di Ferrari e Porsche che percorrono il lungomare infinito che corre tra la prima fila di immobili, e i bagni che costellano la spiaggia uno dietro l’altro, senza soluzione di continuità. Orde di bagnanti passeggiano sulla spiaggia fino a raggiungere il nuovo caffe Principe, ristrutturato da Prada, in centro a Forte, dove tra glamour e fashion sulla piazza campeggiano le opere d’arte in marmo, bronzo e acciaio di Gustavo Perez, colombiano adottato dalla galleria Oblong. A Forte c’è una quantità di ristoranti incredibili.
Chi non esce in barca (da qui, Porto Venere è un tiro di schioppo, e il mare della Liguria da Portofino alle Cinque Terre non è lontano) si gode la spiaggia. In acqua, non imperdibile quanto a bellezza e trasparenza, ecco, di gente non ce ne è mai moltissima. Mentre invece il pranzo è un rito insopprimibile, che si consuma all’ombra dei gazebo che ospitano tavoli ordinatissimi. Puoi deliziarti con uno spaghetto, o delle penne alla Maitò’ all’omonimo stabilimento, che quest’anno ha investito nella realizzazione di una sontuosa piscina, magari prevedendo che un domani si debba andare a gara (come sarebbe sacrosanto) per la riassegnazione delle concessioni balneari, e dunque investendo si garantisce, oltre a migliorare il servizio per i propri clienti, un punteggio di favore per vincere la gara o una altrettanto sontuosa buonuscita in caso di sconfitta.
Nel pomeriggio, chi va in bicicletta, chi gioca a tennis un po’ ovunque (ma come non citare il Tennis Club Milano, dove ogni tanto incroci Paolo Bertolucci, o Lorenzo Musetti, e dove il pirotecnico, simpaticissimo capo circolo Antonio Bilotti, detto Tony, sembra una radiolina e sprona tutti: “O’ Marco, sarai anche il più grande architetto italiano, ma copri il corridoio…! È questione di geometria anche quella, eh…”. I più ricercati vanno in zona Serravezza, a immergersi nelle pozze di marmo che si sono create negli anni con lo scorrere del fiume, nella famosa Lisiata, dove si fanno tuffi e si gode della temperatura da mezza collina in un acqua bellissima che scorre dalla Alpi Apuane che sovrastano le spiagge della Versilia e che sono meta di camminatori e arrampicatori insospettabili (su tutti, Alessandro Sallusti e Giuseppe Cruciani, che raggiungono la vetta e si godono il panorama unico e un totale, termine televisivo, larghissimo).
Spiaggia, barca, sport o escursione che si scelga (questo è il punto di forza che consente al Forte di godere di lunghi periodi di permanenza della sua clientela turistica), alla sera si recupera un mood un po’ più cittadino, e meno marinaro: aperitivo al Riviera, o sulla terrazza del Principe, e poi con qualche minuto di macchina si raggiunge il centro storico di Pietrasanta, borgo di arte e cultura, dove su tutti spicca l’Enoteca Marcucci, eccellenza di cibo e vino, con i suoi tavoli sul piccolo corso che conduce alla piazza, bellissima, che adottò Michelangelo Buonarroti e i suoi artigiani.
Dopo cena, i più scatenati possono scegliere: andare a ballare al Twiga di Flavio Briatore, o alla Capannina, storico piano bar che ha fatto ballare e cantare a squarciagola intere generazioni, con i più giovani oggi a replicare usi e costumi di genitori e nonni, un tempo anche loro giovani frequentatori di questo tratto di mare dalle abitudini e ritmi più simili a quelli di campagna. Oppure si va a bere all’Alma Rosa, storico bar con musica gestito da Leo, simpaticissimo personaggio locale che educa le figlie a lavorare oltre che a studiare, e che conosce tutti. Senza dimenticare posti mitici come la focacceria Orlando, che dal 1962 serve focacce uniche (una su tutte quella che l’avvocato Agnelli si fece fare su misura, e ancora oggi nel menu, a base di cipolle di Tropea ben cotte).
Insomma, a Forte le strutture non mancano, i collegamenti nemmeno, i prezzi volano (non è certo un posto economico, essendo ambitissimo e conosciuto in tutto il mondo), c’è un’infinità di bagni (solo io in due week end ho visitato l’Alba, l’Albione, il Costanza, Piero, il Twiga, in un tour di saluti ad altrettanti amici spiaggiati nei diversi posti), e un mix di calciatori, allenatori, personaggi dello spettacolo, imprenditori, industriali, che alimentano il mito di un posto dove le strutture alberghiere sono in overbooking da anni.
Qui c’è poco da fare, di più. Qui già si raccoglie il 110% delle potenzialità del posto.
C’è solo da imparare.
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