Manette e carcere. È la solita risposta del governo Meloni a qualsiasi problema di “ordine pubblico”, vedasi già le clamorose polemiche in merito al decreto Rave, primo provvedimento dell’esecutivo di destra.

A finire ora nel mirino della maggioranza sono gli eco-attivisti che da mesi si sono resi responsabili di alcune proteste eclatanti, anche imbrattando (con vernici ecologiche) alcuni monumenti o edifici pubblici, come la sede del Senato di Palazzo Madama o Palazzo Vecchio a Firenze, o la fontana della Barcaccia in piazza di Spagna a Roma.

Iniziative fortemente stigmatizzate da Meloni e dai suoi fedelissimi, che ora vogliono dichiarare guerra agli attivisti per il clima. La modalità un disegno di legge presentato da Fratelli d’Italia e che vede primo firmatario il senatore Marco Lisei: la bozza del testo, visionata dall’AdnKronos, è composta da un solo articolo che modifica il decreto legge numero 14 del 20 febbraio 2017 e l’articolo 635 del codice penale.

In sostanza chi ha riportato una o più denunce, o è stato condannato (anche in via non definitiva) per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, per un minimo di sei mesi ad un massimo di un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela.

La trasgressione del divieto comporta una multa che va dai 500 ai 1.000 euro. Il disegno di legge di Fratelli d’Italia punisce inoltre con la reclusione da sei mesi a tre anni anche chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali, come nel caso di Palazzo Vecchio a Firenze.

Nella relazione che accompagna il disegno di legge, visionata dall’AdnKronos, Lisei scrive che “il diritto di scegliere di compiere azioni di disobbedienza civile” non debba essere “assolutamente confuso con il non-diritto a compiere azioni vandaliche per porre all’attenzione delle persone questo o quel problema o esigenza“: per il senatore di FdI si tratta di “un non-principio che non può essere in alcun modo legittimato.

Non si è fatta attendere la risposta di Ultima Generazione, il collettivo di attivisti per il clima che sono di fatto l’obiettivo del disegno di legge. Per Simone Ficicchia, portavoce del gruppo, la maggioranza di governo “invece di occuparsi della crisi climatica è sempre più attiva nel promuovere leggi ad hoc per punire azioni non violente messe in campo da persone preoccupate per il futuro di tutti”.

Ficicchia ricorda quindi che esiste già il reato di danneggiamento “che ci è stato anche contestato come ipotesi di reato per le nostre azioni: ma probabilmente questo reato non può essere perseguito in tribunale proprio perché il danneggiamento non c’è mai stato”. Per questo, aggiunge il portavoce di Ultima Generazione, “si punta punire limbrattamento, ma questo rischia di portare a una interpretazione arbitraria della legge. È una cosa molto pericolosa“, osserva il portavoce degli attivisti, per il quale la Procura di Pavia aveva chiesto la sorveglianza speciale. “Il ddl di Fratelli d’Italia – rimarca Ficicchia – non ci ferma e non ci spaventa. Siamo pronti a qualsiasi rischio legale e anche ad andare in carcere“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia