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Galina Obòrina: i segreti dell’economista sovietica che affascinò Roma nel nuovo libro di Pierfrancesco Atzori

Giugno 1964. Roma brucia sotto il sole estivo e l’instabilità politica, segnata dalla caduta del primo governo Moro, accentua il senso di inquietudine che avvolge la città. In questo scenario, approda nella capitale italiana una figura enigmatica e affascinante: Galina Obòrina, economista sovietica, “neanche quarantenne, sicura di sé, di bella presenza e con narici aristocratiche”.
“Agente doppio: Galina Obòrina, dal dottor Zivago al dossier Mitrokhin” è il nuovo libro di Pierfrancesco Atzori (Edizioni Efesto), basato su fatti realmente accaduti. Quella di Galina in Italia non è una semplice visita di studio o una trasferta accademica: il suo arrivo segna l’inizio di un intricato gioco di ombre, tra diplomazia, relazioni culturali e, come si scoprirà solo anni dopo, spionaggio internazionale.
Un matrimonio e un’operazione sotto copertura
Galina Obòrina arriva a Roma con un’importante novità nella sua vita privata: ha appena sposato a Mosca un misterioso avvocato italiano, specialista in diritto penale sovietico. Un’unione che, più che una storia d’amore, sembra il preludio di una missione ben più articolata. La giovane economista, dotata di astuzia e grande capacità di seduzione intellettuale, inizia a tessere una fitta rete di contatti all’interno dei circoli politici e culturali italiani. La sua copertura accademica le permette di guadagnare rapidamente la fiducia di personalità di spicco del panorama italiano.
Tra scrittori, intellettuali e politici: la rete di Galina
In breve tempo, Obòrina conquista l’attenzione di scrittori, intellettuali e politici. Tra le sue conoscenze figurano nomi di grande rilievo come Sergio d’Angelo, l’uomo che ha fatto conoscere all’Occidente Il Dottor Zivago di Boris Pasternak, e Ernesto Rossi, l’anziano antifascista, esponente del Partito d’Azione e autore del Manifesto di Ventotene. La sua figura affascina anche il mondo del giornalismo: tra coloro che ne restano colpiti c’è Enzo Biagi, simbolo dell’informazione italiana. L’intelligenza, il fascino e la competenza della Obòrina le consentono di inserirsi senza sospetti nei salotti della cultura e della politica italiana. Ma dietro la sua immagine di studiosa brillante e poliglotta, si cela un ruolo ben più ambiguo.
Il dossier Mitrokhin e la rivelazione del KGB
Solo molti anni dopo, il suo nome emergerà dai documenti segreti dell’archivio Mitrokhin. Vasilij Mitrokhin, archivista del KGB fuggito in Inghilterra con migliaia di schede informative ricopiate a mano per decenni, rivelerà che Galina Obòrina lavorava per il Secondo Direttorato Generale del KGB, il settore specializzato nello spionaggio all’estero. Un’informazione che getterà una nuova luce sul suo soggiorno romano e sulle sue frequentazioni.
Agente doppio o triplo? L’ombra del SIFAR
Eppure, esaminando i verbali di una vecchia Commissione militare d’inchiesta sulle deviazioni del SIFAR, emergono dettagli che complicano ulteriormente il quadro. La figura di Galina Obòrina sembra assumere contorni ancora più sfuggenti, tanto da far pensare ad un possibile agente doppio o addirittura triplo. Chi era realmente? Per chi lavorava oltre al KGB? Aveva legami con i servizi segreti italiani? Il mistero resta ancora in parte irrisolto.
Un saggio tra storia e spy story
Il viceprefetto Pierfrancesco Atzori ci regala una vicenda avvincente, basata su una ricostruzione dettagliata basata su materiali d’archivio inediti. Il volume rappresenta una combinazione perfetta tra rigore storico e narrazione avvincente, trasformando la storia di questa enigmatica economista sovietica in una spy story immersa nei meandri meno conosciuti della Repubblica Italiana.
L’Italia della Guerra Fredda fu un campo di battaglia silenzioso tra le grandi potenze, e le storie di figure come Galina Obòrina ci ricordano quanto il confine tra diplomazia, cultura e intelligence fosse spesso labile. A distanza di decenni, la sua storia continua ad affascinare e a interrogare, lasciando aperte molte domande su quello che realmente accadde nella Roma del 1964.
Pierfrancesco Atzori
Nato ad Udine, vive e lavora a Roma. Viceprefetto presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, ha avuto anche il privilegio di operare nel sistema intelligence. È autore, con Saverio Paolo Fragola e Giuseppe Scandone, dei saggi Diritto Penale europeo (Cedam), Le Polizie di Europa (Laurus) e Lineamenti del Diritto di Polizia (Cedam). Due sue sceneggiature, The Ring of the Bishop e Delivery sono state trasposte in film per il mercato indipendente americano. Nel romanzo Il padrone delle Farfalle (Sperling & Kupfer) ha esplorato i meccanismi repressivi della Stasi nella Germania. Nel romanzo Gioco di Inganni (Mancosu) ha immaginato il ritorno a Roma per una missione speciale di un terrorista nero addestrato dalla Falange libanese . È stato per molti anni critico musicale di Rockstar ed ha pubblicato due volumi sui Kiss e Deep Purple .
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