A più di un anno dal crollo del ponte Morandi a Genova spunta una novità sulle cause di quel disastro che dell’agosto del 2018 che causò la morte di 43 persone. Nel registro digitale di Atlantia, società che controlla Autostrade, è stato trovato un documento che svela il rischio crollo per il Ponte Morandi. a dichiararlo è il quotidiano La Repubblica.

Finora i dirigenti di Aspi hanno dichiarato ai magistrati che per il viadotto nessun report di Spea (società delegata al monitoraggio della rete autostradale) aveva messo in allarme per il pericolo di crollo. Il documento è stato sequestrato dalla Guardia di finanza. Quel “documento di programmazione del rischio”, stilato dall’Ufficio rischio di Autostrade è passato dai vari consigli di amministrazione sia di Aspi che di Atlantia.

Dal 2014 al 2016 per il Morandi si parla di “rischio crollo”, dal 2017 la dicitura diventa “rischio perdita stabilità“. Secondo fonti di Atlantia e Aspi l’attestato viene presentato ai Cda per informare gli azionisti e per programmare gli interventi, ma anche per chiedere consulenze tecniche a ditte esterne: nell’autunno del 2017 il Cesi segnalò criticità sugli stralli corrosi e suggerì controlli trimestrali mirati, applicazione di sensori: indicazioni disattese secondo l’indagine.