Il fatto non sussiste. Con questa formula il tribunale monocratico di Roma ha assolto il cantante Gigi D’Alessio dall’accusa di reati fiscali, facendo cadere le accuse anche nei confronti degli altri quattro imputati.

Per D’Alessio la procura capitolina aveva chiesto una condanna a 4 anni: in processo che nasceva dall’inchiesta dei pm romani per una presunta evasione fiscale di circa 1,7 milioni di euro fra Ires e Iva non versata, fatti che risalivano al 2010.

Col cantante napoletano erano a processo altre quattro persone, un socio e tre legali rappresentanti in una società riconducibile al cantante, la Ggd Productions srl.

Il pm titolare dell’inchiesta aveva chiesto condanne a 2 anni di reclusione anche per gli altri imputati, mentre per due dei quattro capi di imputazioni era stato richiesto il non dover procedere per intervenuta prescrizione.

Una sentenza d’assoluzione che “rende giustizia all’uomo prima che all’artista”, hanno commentato a caldo gli avvocati Pierpaolo Dell’Anno, Giuseppe Murone e Gennaro Malinconico, difensori del cantante. Secondo i due legali il tribunale monocratico di Roma con la sentenza “ristabilisce la verità a distanza di dieci anni dalle ipotesi accusatorie, rimaste prive di riscontro, riconoscendo la legittimità dell’operato dell’artista, che ha sempre creduto che la giustizia riconoscesse l’assoluta legittimità del suo agire. Il tempo è galantuomo”.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.