L’impoverimento cresce ma lei, presa da altro, non se ne rende conto. Nel suo palazzo carico di storia, simbolo del potere, tutto risplende. I saloni sono tirati a lustro. Come la sua chioma bionda che si affaccia da dietro le finestre. Era forse davvero stupita quando il consigliere economico, preso il coraggio a quattro mani, le confidò : « Maestà, in città non hanno più pane ». « No ? Mangino brioches ».

Maria Antonietta di Asburgo Lorena aveva d’altronde qualcosa a che fare con Palazzo Chigi : nata a Vienna nella casata reale austriaca, aveva visto comprare dalla sua Cancelleria quel palazzo che la famiglia Chigi, caduta in disgrazia a Roma, voleva dismettere. Palazzo Chigi diventa così ambasciata dell’Impero austro-ungarico mentre lei convola a nozze a Parigi. Anzi, a Versailles. Di quella prigione dorata conosciamo l’epilogo, ma è sulla gestione dell’ex palazzo asburgico di Roma, Palazzo Chigi, che dobbiamo accendere i riflettori. E dal 1789 (la rivoluzione scoppiò nei giorni freddi di gennaio, con la convocazione degli Stati Generali) torniamo a oggi.

Non c’è Maria Antonietta, in quei saloni dorati, ma Giorgia Meloni. Con gli italiani alle prese con l’inflazione che nei supermercati mostra la sua doppia cifra, Meloni trova di che sorridere : « Per la mia azione di governo parlano i risultati ». E sciorina, ancora giovedì in un tweet lunare, il periodo felice per l’economia italiana. Tutto va bene, madama la Marchesa. Sicuramente tutto va bene per il microcosmo che alberga a Palazzo. Fornitori, spese di rappresentanza, catering, autoblu sono rifinanziate con un surplus finora sconosciuto. E in primis i dirigenti e i funzionari, che aumentano ancora nel numero, e vengono tutti ben pagati. Un esercito di collaboratori crescente che, insieme alle nuove missioni, va ad incrementare una spesa complessiva di oltre 5,3 miliardi: 311 milioni di euro in più in confronto all’esercizio appena precedente, anno I dell’era M.

L’incremento riguarda tutti i Ministeri e i loro dipendenti, le spese urgenti per il Pnrr e la Protezione Civile. Ma l’aumento che riguarda strettamente Chigi è di 350 mila euro che si somma a quello già registrato nel 2023, che era lievitato di due milioni. « Con il governo Meloni volano i costi per gli uffici di diretta collaborazioni della presidenza del Consiglio. Rispetto a Draghi crescono gli esborsi di 2,3 milioni di euro e addirittura sono 9 milioni in più in confronto all’esecutivo di Renzi », rivela in una inchiesta Il Domani. Il personale fiduciario, ovvero i ruoli apicali selezionati direttamente dai ministri del centrodestra, Fratelli d’Italia in testa, pesano sul bilancio dello Stato per la cifra record di 21 milioni di euro.

E dire che la previsione di spesa alla fine del primo esercizio del governo era di « soli » 18.870.000 euro. Sono riusciti non solo a tradire la promessa del contenimento dei costi ma anche a fare peggio in corso d’opera. L’appetito, si sa, vien mangiando. Se il primo governo Conte, quello gialloverde, aveva fatto attenzione a non superare i 17 milioni di euro per gli incarichi « a chiamata », quello guidato da Paolo Gentiloni – che ieri ha annunciato di tornare in Italia, « e non per andare in pensione » – aveva fatto ancora meglio, fermandosi a 15 milioni e 946 mila euro di costo complessivo per il personale. Il record spetta a Matteo Renzi – i dati sono pubblici, riguardano il bilancio consuntivo di Palazzo Chigi – che aveva speso meno di tutti : 12 milioni e 188 mila euro. Chi ricorda l’attività di quell’esecutivo testimonia il ciclo continuo del lavoro, l’attività dei dipartimenti, la produzione di decreti, interventi, conferenze stampa frequenti : eppure per realizzarlo erano stati sufficienti 9 milioni in meno di quelli impiegati da Giorgia Meloni.

Il corposo allegato tecnico che accompagna il bilancio riferisce, tra gli altri, l’incremento delle «spese obbligatorie e per il funzionamento della presidenza del Consiglio dei ministri», che passano da euro 383.537.129,00 euro a 404.318.070 euro. La bellezza di 700mila euro in più, pari al 5,42 per cento. Ci sono poi le spese ritenute essenziali. E tra queste figurano i 5 milioni di euro per le « assunzioni necessarie a fronteggiare l’emergenza migratoria con particolare riferimento alla regione Calabria ». Assunzioni necessarie, altre definite « indifferibili ». Tutte urgenti. Come quelle che il bilancio di Palazzo Chigi assegna a Matteo Salvini. Il leader della Lega ha inserito nello staff dirigenti o ex parlamentari del proprio partito: tra gli altri l’ex parlamentare Armando Siri e il responsabile enti locali della Lega, Stefano Locatelli, con un compenso di 120mila euro (lordi) all’anno. Il complesso del personale assegnato alla Presidenza del Consiglio cuba 13,8 milioni di euro. « Con un aumento di euro 8.904.508,00, rispetto a quelle previste inizialmente nel bilancio per il 2023 pari a euro 4.989.015,00 ». Hai voglia a mangiare brioches. E infatti, sarà un caso, mentre la povertà assoluta aumenta (Istat parla di 5,6 milioni di individui, il 9,7 % degli italiani) in questi ultimi mesi nel centro di Roma hanno inaugurato tre nuove pasticcerie francesi.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.