È di questi giorni la notizia secondo cui il Comune di Milano permette di tumulare ufficialmente gli animali da compagnia con i loro padroni. Non possiamo ancora stabilire quanto questa pratica prenderà piede nel capoluogo lombardo e magari in altre città italiane. Così come non sappiamo accertare ancora se sia un vezzo della nostra società sempre più complessa oppure una pratica bonaria di affetti che vanno a braccetto anche dopo la vita, cioè quelli di uomini e animali.

Certamente sembra che l’aldilà stia diventando sempre più simile all’aldiqua, al mondo concreto. Più delle anime da curare, è il sepolcro che interessa ai vivi. E oggi anche i sepolcri virtuali. Infatti i morti sono ormai su Internet. Non nella forma di Wikipedia, relativa ai personaggi scomparsi più o meno famosi, ma nella modalità più generica della gente comune. In aggiunta alle lapidi di marmo dei cimiteri, c’è da qualche tempo in Rete uno sviluppatissimo cimitero virtuale, dove è possibile visionare sullo schermo del computer le pagine dei defunti. L’idea primigenia è stata della società americana Lindmark International, che sembra aver preso alla lettera una vecchia frase dello scrittore rumeno Emil Cioran: “Davanti a quest’ammassarsi di tombe, si direbbe che la gente non abbia altra occupazione che quella di morire”. In effetti questo commercio non conosce crisi.

Ci sono vari siti web dedicati alla memoria dei morti e ai necrologi. A pagamento si possono formulare ricordi, auspici, omaggi ai defunti. Sono servizi che si legano ad altri servizi di pre e post mortem, tra cui il sostegno psicologico per affrontare il trapasso, informazioni sulle terapie palliative in casi di malattie terminali o l’aiuto legale per definire i termini del proprio testamento e le disposizioni ultime prima di lasciare il mondo dei vivi. E ci sono anche servizi di pompe funebri acquistabili online, come tutta una serie di attività di supporto che riguardano l’assistenza e il conforto per i parenti alle prese con l’elaborazione del lutto.

Fino ad oggi spesso è stata denunciata l’ingordigia dei grandi colossi di Internet riguardo i dati personali dei viventi. Ma adesso anche i morti cominciano a creare profitto online. Quindi sembra arrivato il momento, per certe aziende, di acquisire a tutti i costi anche i dati personali dei defunti. Del resto, i morti non possono reclamare. Si apre così un commercio che, in certi casi, la politica aveva anticipato (come accade spesso), in quelle rare occasioni in cui qualcuno faceva votare pure i morti.