Pubblicizzava la vendita di mascherine con un cartello affisso davanti al suo alimentari e con annunci sul web. Un 33enne di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli, è stato così denunciato dai carabinieri della stazione di Giugliano per manovre speculative su merci. Il titolare del negozio vendeva infatti il prodotto, dal valore di 20 centesimi, a tre euro al pezzo. E, per ottenere maggiori guadagni, smerciava i pezzi singolarmente anziché in pacchi da dieci. Un costo gonfiato del 1200% per cento.
I militari hanno ritrovato nel negozio circa 1000 mascherine, sulla cui provenienza sono in corso accertamenti. Il prodotto era tra l’altro sprovvisto di filtro, e quindi inadeguato nel proteggere dal contagio da Coronavirus. Le forze dell’ordine avevano notato gli annunci del titolare del negozio sul web. Le mascherine sono state trovate in uno scatolone tra prodotti alimentari.
Quello di Giugliano in Campania è soltanto l’ultimo episodio di speculazione che l’emergenza sanitaria ha fatto registrare. Nel corso delle ultime settimane in tutta Italia si sono verificati diversi casi di contraffazione e vendita sia di mascherine che di igienizzante per le mani.
Il Tribunale di Napoli Nord oggi ha reso noto che la Guardia di Finanza di Giugliano ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso nei confronti di una parafarmacia in località Varcaturo, frazione di Giugliano. In un’operazione dello scorso 27 febbraio i militari avevano trovato presso l’attività circa diecimila mascherine di due diversi tipi, vendute con un rincaro rispettivamente del 6150% e del 300%. Le mascherine sequestrate sono state cedute al loro reale valore all’Ospedale Cotugno di Napoli, il maggiore centro epidemiologico della regione Campania, in prima linea nel contrasto del contagio da Coronavirus.
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