I comandanti russi stanno richiedendo denaro alle famiglie dei soldati caduti di Mosca in cambio del rilascio dei corpi dei loro cari. È questo quanto afferma un’organizzazione non governativa ucraina, Crimea SOS, che ha reso pubblico il rapporto sul comportamento dei militari.

Questi ultimi sarebbero soliti trasportare i corpi dei soldati deceduti all’obitorio di Simferopol, la seconda città più grande della Crimea, occupata dai russi, riferendo ai parenti delle vittime che i cadaveri dei loro congiunti sarebbero ancora sul fronte e richiedendo un pagamento di circa 100-150mila rubli (equivalenti a 980-1.470 euro) per recuperarli.

Crimea SOS afferma che la richiesta di pagamento viene giustificata sostenendo la pericolosità del trasporto e del tornare sui campi di guerra, e che in caso contrario non sarebbe un’operazione immediata.

Anche il New York Times ha riportato ulteriori testimonianze che supportano questo scenario.

In diversi casi – sostiene il quotidiano – ai soldati è stato ordinato di non recuperare i corpi dei loro compagni caduti sul campo di battaglia: in questo modo i russi possono essere dichiarati “dispersi” anziché “caduti“, evitando così il pagamento di un indennizzo alle famiglie. Un militare ha raccontato: “C’erano corpi ovunque, ma nessuno si prendeva la briga di recuperarli per questo motivo”.

Redazione

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