La polizia di Hong Kong ha utilizzato a gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere migliaia di manifestanti che oggi sono scesi in strada per protestare contro la proposta di legge sulla sicurezza nell’ex colonia britannica, allo studio dell’Assemblea nazionale del popolo cinese. Le persone arrestate al momento sarebbero 150.
I dimostranti, riferiscono i media locali, hanno intonato slogan pro-democrazia mentre le forze dell’ordine, con l’uso di altoparlanti, invitavano la folla a disperdersi. Gli incidenti, riferisce il “South China Morning Post”, sono avvenuti  nel distretto commerciale di Causeway Bay.
Durante gli scontri la polizia ha prelevato il vice presidente del People’s Power Party, l’attivista Tam Tak-chi.
L’ipotesi di una nuova legge sulla sicurezza a Hong Kong sta provocando forti tensioni e non solo sul territorio dell’ex colonia britannica. La decisione di Pechino di discutere una nuova stretta sul dissenso nella Regione amministrativa speciale ha infatti provocato dure critiche, in particolare da parte degli Stati Uniti. Ieri 200 figure politiche da tutto il mondo, inclusi 17 membri del Congresso degli Stati Uniti, hanno firmato una dichiarazione congiunta nella quale la proposta di legge viene definita “un attacco all’autonomia della città, allo stato di diritto e alle libertà fondamentali”. Ma per Pechino Hong Kong è una “questione interna della Cina” e nessuna interferenza “è tollerabile”.
La legge sulla sicurezza allo studio del governo cinese sancirebbe la “tolleranza zero” nei confronti di qualunque attività in contrasto con il processo di progressiva integrazione tra Hong Kong e la Cina, un percorso di lungo termine peraltro sancito dagli accordi che hanno determinato la restituzione dell’Isola da parte del Regno Unito. Il provvedimento incaricherebbe inoltre il Comitato permanente dell’Assemblea nazionale di prevenire, arrestare e sanzionare qualsiasi attività sovversiva all’interno della regione speciale