“Il Movimento Cinque Stelle non esiste più, è morto con Gianroberto Casaleggio“. L’attacco senza mezzi termini arriva da Manuela Sangiorgi, sindaca di Imola che formalizzerà le dimissioni in consiglio comunale annunciate ieri sera, 15 mesi dopo la storica elezione nel comune roccaforte del Partito Democratico. In una intervista rilasciata all’emittente E-Tv, Sangiorgi scarica il partito con cui aveva vinto le elezioni nel giugno del 2018 al ballottaggio.

Parole di rammarico quelle della sindaca che lamenta il totale isolamento con il quale è stata costretta ad amministrare il terzo comune più grande del Movimento Cinque Stelle.  “Mi aspettavo un appoggio dal M5s nazionale, mi aspettavo fosse un salotto dei big, perché siamo il terzo comune più grande amministrato dal Movimento. Ma – spiega -quando sono andata a chiedere aiuto su questioni importanti ho avuto risposte imbarazzanti“.

La Sangiorgi spiega di essere ritrovata di fronte a “un muro e in buona parte ha contribuito Massimo Bugani. Io per 15 mesi sono stata un sindaco commissariato, quando venivo in Comune era come entrare nella foresta dei pugnali volanti”. Poi l’amara constatazione: “Non è vero che tutti possono fare politica, non c’è contezza della macchina amministrativa. Alcuni del M5s pensano che governare un Comune sia come governare un comitato”.

Nei 15 mesi alla guida del comune di Imola, Sangiorgi ha dovuto rinunciare, per dimissioni o revoca dell’incarico, a cinque assessori. Critiche anche all’accordo con il Pd per le regionali in Umbria, rivelatosi poi infelice: “Fino al giorno prima – ha detto – abbiamo detto di tutto al Pd, e poi ci siamo andati al governo insieme. Abbiamo perso sei milioni di voti in un anno e fatto finta di niente”. Dalla Lega arrivano invece parole di stima, circostanza questa che non esclude una possibile nuova intesa: “Una decisione coraggiosa. Non possiamo che dare atto al sindaco di Imola, Manuela Sangiorgi, di essere coerente e trasparente. Ha scelto la piazza e una platea di imolesi per rassegnare le proprie dimissioni e per spiegare che, di fronte a ricatti e veti incrociati, non si può amministrare”, ha commentato Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna.

Se nelle prossime tre settimane non ci sarà un ripensamento, il consiglio comunale verrà sciolto e arriverà un commissario prefettizio in attesa delle nuove elezioni verosimilmente nella primavera del 2020. Intanto sullo sfondo ci sono le regionali in Emilia Romagna in programma il 26 gennaio 2020.

 

 

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