Le minacce a Mattarella e gli attacchi hacker
I tre servizi segreti russi che attaccano l’Italia, Germani: “La loro priorità è reclutare politici, giornalisti e think tanker”

Sergio Germani, l’analista che conosce meglio l’intelligence e il mondo politico russo, direttore dell’Istituto di studi strategici Gino Germani, risponde alle nostre domande sulla guerra ibrida dichiarata ormai apertamente da Mosca all’Italia.
Si parla di una rete di spionaggio russa radicata in Italia, specializzata nell’infiltrazione politico-mediatica: cosa ne sappiamo?
«Una delle massime priorità per i tre servizi segreti russi che operano in Italia – l’SVR, l’FSB e il GRU – continua ad essere il reclutamento di politici, giornalisti, imprenditori, professori universitari, think tanker, blogger come “agenti di influenza” utilizzati per tentare di orientare le percezioni dell’opinione pubblica, e di condizionare i processi decisionali, secondo gli obiettivi geopolitici di Mosca. Questa attività di targeting, coltivazione e reclutamento di agenti di influenza in Italia, e in tutto l’Occidente, si è molto intensificata dopo il 2012, quando il Cremlino decise di avviare una strategia a lungo termine tesa a indebolire e destabilizzare le democrazie occidentali tramite molteplici strumenti, tra cui gli attacchi cyber, il sostegno palese e occulto a partiti e movimenti populisti-sovranisti e di estrema destra e sinistra, la cooptazione di settori dell’élite politica ed economica tramite rapporti di affari e corruzione, e altre operazioni di influenza e ingerenza. I servizi di Mosca si avvalgono anche della criminalità organizzata russa e delle criptovalute, per finanziare le operazioni di influenza, aggirando le sanzioni».
Dopo la presa di posizione netta di Mattarella sull’Ucraina e i “nazisti russi” ci sono state aggressioni verbali degli uomini del Cremlino, ha visto una unanime condanna della politica?
«Ci sono state reazioni di forte critica agli attacchi russi da parte della maggior parte dei politici, ma il mondo politico italiano sembra sottovalutare la gravità di questi episodi. Il Presidente Mattarella è il punto di maggiore resistenza delle Istituzioni italiane alla strategia russa di destabilizzazione della democrazia liberale e di delegittimazione del sostegno all’Ucraina. L’obiettivo è colpire il Presidente per indebolire l’intero sistema istituzionale».
E dopo quelle parole, sembra che dalla Russia sia arrivata anche una selva di attacchi informatici contro banche e infrastrutture logistiche e di trasporto. La sorprende?
«È plausibile ipotizzare un collegamento tra l’attacco al Presidente Mattarella e l’ondata di attacchi cyber di questi giorni. Attacchi cyber contro infrastrutture critiche (tra cui anche istituzioni finanziarie, reti ferroviarie e sistemi sanitari), aggressioni ransomware e di cyber-spionaggio fanno parte della strategia russa di guerra ibrida che è in corso da anni in Europa. Le operazioni cyber del GRU, che controlla il gruppo Sandworm, e l’FSB sono particolarmente pericolose e possono provocare danni ingenti».
Cosa si sta facendo per contrastare questa autentica campagna d’Italia dei russi?
«Per ora non sappiamo quali saranno le contro-misure che il governo adotterà come risposta all’attacco contro il Presidente Mattarella. Più in generale possiamo affermare che il governo Meloni ha affidato essenzialmente alle agenzie di intelligence il compito di contrastare la minaccia ibrida russa. Sicuramente i servizi italiani sono in prima linea nelle attività di controingerenza, ma non basta. È necessaria una strategia di contrasto che coinvolga l’intero sistema-paese. C’è una scarsa consapevolezza della minaccia ibrida russa presso ampi settori dell’èlite politica italiana. Con una riduzione dell’impegno USA nella difesa dell’Europa non sarà più possibile questo atteggiamento di negazione o sottovalutazione della minaccia».
Come vede cambiata l’attività offensiva russa, anche digitale e mediatica, dopo l’arrivo di Trump e l’abbraccio telefonico con Putin?
«La disinformazione russa sta sfruttando al massimo il fatto che lo stesso Trump e altri esponenti del governo USA sembrano avere abbracciato diverse narrazioni strategiche amplificate per anni dal Cremlino, tra cui la tesi dell’”accerchiamento della Russia da parte della NATO” come causa della guerra in Ucraina, nonché l’idea che la Russia non rappresenterebbe una minaccia alle democrazie europee ma che la minaccia proviene “dall’interno”. Nel 2024 si è intensificata una campagna di attentati con esplosivi, incendi dolosi e sabotaggi alle infrastrutture in tutta Europa. Secondo diverse agenzie di intelligence europee il GRU (l’intelligence militare), che si è dotata di una nuova unità dedita a operazioni di sovversione violenta all’estero – si avvale di gruppi criminali e delinquenti comuni come proxy per compiere questi attacchi. Lo scopo di questa campagna di guerra ibrida, che potrebbe diventare più violenta e destabilizzante nei prossimi mesi, è costringere i decisori politici europei a cessare di assistere militarmente e finanziariamente l’Ucraina».
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