Cronaca
Il caso Alzano Lombardo, Procura apre indagine per epidemia colposa sui contagi in ospedale

La procura di Bergamo ha aperto un’inchiesta sulla gestione nell’emergenza coronavirus dell’ospedale di Alzano Lombardo. Il fascicolo è contro ignoti, l’ipotesi di reato epidemia colposa e le indagini si concentrano sull’ospedale dalla Val Seriana. Da chiarire la gestione dei primi pazienti positivi al Covid-19 ricoverati da più giorni vicino ad altri degenti, e la decisione del 23 febbraio di chiudere e poi riaprire il pronto soccorso.
Già nella giornata di ieri, martedì 7 aprile, i carabinieri del Nas di Brescia avevano acquisito una serie di atti al Pesenti-Fenaroli di Alzano, gestito dall’Azienda socio sanitaria territoriale Bergamo Est, che ha sede centrale a Seriate. Come riporta il Corriere della Sera, tra i documenti finiti sotto la lente d’ingrandimento quelli di Ernesto R., 84enne di Villa di Serio, primo paziente deceduto per Covid-19 in provincia di Bergamo. L’anziano era arrivato al pronto soccorso il 21 febbraio scorso ed è deceduto due giorni dopo, il 23 febbraio, dopo il trasporto all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Altra cartella ‘sensibile’ quella di Samuele A., agente di commercio 62enne che aveva denunciato al Corriere di Bergamo di aver dovuto insistere per tre giorni per ottenere un tampone dopo il suo ingresso in ospedale: l’uomo è morto la scorsa settimana.
Il procuratore facente funzione di Bergamo Maria Cristina Rota ha spiegato che si tratta di una indagine “estremamente delicata e abbiamo bisogno di lavorare con la massima serenità e massima riservatezza”. L’inchiesta, ha spiegato Rota, sarà condotta “nel massimo rispetto, da un lato delle vittime e dei loro familiari e dall’altro degli operatori sanitari, medici e paramedici, che in questo momento stano dando il massimo di loro stessi e con operatori che hanno perso la vita tra le loro file”.
Chi di indagini non ne vuole sentir parlare è il leader della Lega Matteo Salvini. L’ex ministro intervenendo in collegamento su Telelombardia ha fatto un appello: “Non è il momento di mandare inchieste sugli ospedali lombardi, lasciamo che medici e dirigenti lavorino. Anzi onore a chi è in trincea, io più che un’inchiesta dei Nas o un fascicolo della procura avrei mandato medaglie”.
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