Indaga anche la Procura
Il caso Fidanza fa infuriare Meloni, la ‘lobby nera’ travolge FdI: “Ma come si fa, per 30 voti in più?”
Giorgia Meloni è nera, ma di rabbia. Dopo l’inchiesta di Fanpage mandata in onda giovedì scorso, 30 settembre, a Piazzapulita, la leader di Fratelli d’Italia è furibonda per il contraccolpo di immagine creato al partito da Carlo Fidanza, l’europarlamentare finito al centro della bufera per una inchiesta giornalistica su presunti finanziamenti in nero per la campagna elettorale di esponenti del partito a Milano.
Indagine che dal giornale si è spostata in Procura, con i pm di Milano che hanno aperto un’inchiesta per riciclaggio e finanziamento illecito.
Chiamata in causa dal video esplosivo su Fidanza, con ripetute richieste di pretendere le sue dimissioni, Giorgia Meloni ieri ha chiesto a Fanpage di consegnare l’intero girato del lavoro “perché sono una persona molto rigida su diverse materie, però non giudico e valuto un dirigente che conosco da più di 20 anni. Sono rimasta colpita nel vederlo raccontare così, sulla base di un video curiosamente mandato in onda a due giorni dal voto“.
La leader di Fratelli d’Italia si è detta pronta a prendere “tutte le decisioni necessarie quando ravviso delle responsabilità reali“, ma per farlo ha bisogno di avere “avere l’intero girato di 100 ore, poi farò sapere cosa ne penso”.
Ma se pubblicamente Meloni ha di fatto difeso Fidanza, autosospeso dal partito, in privato è emersa tutta la rabbia della numero uno di Fratelli d’Italia. In un retroscena il Corriere della Sera racconta che Meloni subito dopo la pubblicazione del video ha chiamato Fidanza e gli ha chiesto conto di tutto. “Tu sai che io su queste cose divento pazza, ma come si fa a frequentare certa gente per prendere 30-40 preferenze in più? Come si fa a parlare di “black” e assurdità simili”, sono state le parole di Meloni, che ha chiesto al suo eurodeputato di autosospendersi immediatamente.
Fidanza, capodelegazione a Bruxelles, dal canto suo ha cercato di difendersi. Sulle storia delle battute antisemite ripremente nel filmato di Fanpage ha spiegato: “Stavo prendendo in giro Jonghi, ne facevo il verso”. Sui pagamenti in nero invece Fidanza ha assicurato che Fanpage “non ha mandato in onda tutto, la verità: quello offriva soldi su soldi e io dicevo no… Ho solo detto che potevano pagare una cena, un aperitivo elettorale”.
Ma nel partito sono in molti ad evocare il sospetto di un “complotto” contro Fratelli d’Italia a pochi giorni da un voto decisivo, anche per capire le gerarchie nel centrodestra. Lo dice apertamente il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli, uno degli uomini più vicini a Giorgia Meloni. A Repubblica spiega infatti che quella di Fanpage appare una “polpetta avvelenata”. “Penso non sia giusto tirarle fuori così, a pochi giorni dal voto”, continua Rampelli, che l’ipotesi di un complotto la definisce “un sospetto legittimo”.
© Riproduzione riservata