I problemi del controverso miliardario
Il disastro Twitter per Elon Musk: il social ha perso metà del suo valore e il suo codice sorgente finisce online
Per Elon Musk Twitter continua ad essere un problema. L’acquisizione del social network da parte del controverso imprenditore, che da anni si contende con altri ‘paperoni’ il titolo di uomo più ricco del mondo, per ora si sta rivelando un flop, con feroci campagne di stampa contro il proprietario tra le altre di Tesla e SpaceX, ma anche dal mero punto di vista economico.
Oggi infatti il social dell’uccellino vale meno della metà di quello che Musk ha pagato circa sei mesi fa per acquistare la società: in sostanza l’imprenditore di origini sudafricane ha perso oltre 20 miliardi di dollari, avendo pagato la società circa 44 miliardi, una cifra già all’epoca considerata eccessiva.
Il calcolo delle perdite di Musk arriva da un memo inviato dall’imprenditore ai suoi dipendenti e trapelato sul New York Times. Una svalutazione che fa seguito alle numerose polemiche sorte dopo la sua acquisizione: dalla scelta, come paladino del “free speech”, della libertà di espressione, di allentare drasticamente le misure prese dal social contro la diffusione di fake news, fino alla reintroduzione dei profili di utenti bloccati per aver diffuso messaggi d’odio, compreso l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, per non dimenticare l’ondata di licenziamenti che ha coinvolto oltre la metà dei dipendenti al lavoro da anni sul social network.
La svalutazione del valore di Twitter fa seguito anche alla scelta di numerosi grandi inserzionisti di lasciare la piattaforma, preoccupati proprio di essere associati ad un social in mano agli haters e ‘bufalari’ di professione.
Ma per Musk quello dei miliardi persi in sei mesi da numero uno di Twitter non l’unico problema. Sempre il New York Times ha rivelato che parti del codice sorgente della piattaforma sono trapelate online, tanto da costringere il social network a rivolgersi agli avvocati per cancellarle.
Il codice sorgente, che in estrema sintesi è il testo scritto in linguaggio di programmazione su cui si basa un sito web, è stato condiviso da un utente anonimo su Github, una piattaforma molto utilizzata per per pubblicare codice open source, utilizzabile cioè liberamente da chiunque.
Twitter ha confermato di aver subito il “furto” ed ha chiesto a Github la rimozione del codice, depositando tramite i suoi avvocati un mandato di comparizione che obblighi Github a rivelare tutto ciò che sa sull’identità della persona che ha fatto trapelare il codice sorgente.
Per Twitter l’incubo è che la diffusione del codice possa spingere hacker ad utilizzarlo per sfruttare eventuali vulnerabilità ed acquisire i dati degli utenti, o danneggiare come forma di boicottaggio la piattaforma.
I sospetti nell’azienda guidata da Musk è che a diffondere il codice sia stato un ex dipendente, uno dei tanti licenziati in questi mesi di profondi tagli alla forza lavoro. A riprova di questa ‘tesi’ è anche il nome dell’utente anonimo che su Github ha diffuso il codice sorgete di Twitter: “FreeSpeechEnthusiast”, ovvero “Amante della libertà d’espressione”, un chiaro rimando ironico proprio a Musk e alla sua battaglia ideologica dietro l’acquisizione del social network, ovvero le presunte violazioni della libertà d’espressione nella precedente “gestione” di Twitter.
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