E alla fine Elon Musk parlò. L’imprenditore e miliardario, che da anni si alterna con altri paperoni nella classifica di uomo più ricco del mondo, ha pubblicamente reso noto che si dimetterà dal ruolo di CEO di Twitter, amministratore delegato della piattaforma social che ha rilevato poco più di due mesi per la cifra esorbitante di 44 miliardi di dollari.

Musk lo ha annunciato commentando il sondaggio pubblicato nella notte tra domenica e lunedì in cui chiedeva ai suoi 122 milioni di followers se dovesse fare un passo indietro dalla guida del social: la risposta era stata eloquente, col 57% dei 17 milioni di votanti che avevano risposto “Sì”.

Il miliardario sudafricano, che controlla anche Tesla e SpaceX, ha quindi spiegato che si dimetterà “non appena troverò qualcuno così folle da accettare il lavoro”. In ogni caso Musk ha anche sottolineato che continuerà a gestire personalmente i team che si occupano del software e dei server, ovvero gli ingegneri che lavorano sul lato più “tecnologico” della piattaforma.

Parole che arrivano dopo due giorni di silenzi, o per meglio dire di assenza di reazioni al voto del sondaggio: Msuk aveva infatti risposto a vari utenti sulle tematiche più disparate. Un suo tweet in particolare aveva fatto ipotizzare che il miliardario non avrebbe rispettato l’esito del sondaggio.

Rispondendo ad una discussione sul profilo Twitter di Kim Dotcom, celebre fondatore della piattaforma Megaupload, Musk si era detto a favore di una revisione delle regole sul social network, in modo da consentire solamente agli account a pagamento di partecipare ai sondaggi che determinano le politiche di Twitter.

Chi sarà dunque il “folle” che prenderà le redini di Twitter? Secondo alcune speculazione riportate dal Financial Times, tra i candidati ideali ci sarebbe Sheryl Sandberg, l’ex direttrice operativa di Meta (la compagnia proprietaria di Facebook, WhatsApp e Instagram) che ha trasformato l’azienda in un gigante della pubblicità digitale. La manager però potrebbe non desiderare di assumere la guida di un’altra compagnia piena di problemi di moderazione dei contenuti.

Un altro nome è quello di Sarah Friar, ceo di Nextdoor, già direttrice finanziaria della società di pagamenti Block, creata dal cofondatore di Twitter Jack Dorsey. Escluso invece un ritorno dello stesso Dorsey, che in passato si era dimesso già due volte da capo della sua ‘creatura’. Quarto nome, molto più politico che manageriale, sarebbe quello di Jared Kushner, genero dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump e suo ex “senior advisor” quando era alla Casa Bianca.

Al di là del nome del prossimo CEO, il controllo di Musk sulla compagnia resterà comunque enorme: da una parte perché appena preso il possesso della società, l’imprenditore ne licenziò sostanzialmente tutti i dirigenti; dall’altra perché aver già sottolineato pubblicamente che continuerà a gestire personalmente i team che si occupano del software e dei server, la parte più importante della società, evidenzia come il controllo diretto di Twitter resterà nelle sue mani.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia