“Non c’è un cattolico in segreteria” è stata la frase rivolta da Pierluigi Castagnetti a Elly Schlein e mal interpretata da tanti come una mera rivendicazione di un posto sulla tolda di comando del Pd: figuriamoci se un uomo della levatura morale di Castagnetti, che tra l’altro è da tempo fuori dalle logiche interne del Pd, si mette a reclamare “un posto in segreteria”. No, l’ex segretario del Ppi ha posto un problema più serio, e cioè quello della rappresentanza (al vertice del partito, ma più in generale) della cultura politica dei cattolici democratici che com’è noto è uno tra i non secondari affluenti che dopo l’esperienza della Margherita portarono 17 anni fa alla nascita del Pd.

Il problema è innanzi tutto dei popolari medesimi che hanno avuto più difficoltà dei post-comunisti a forgiare nuove leve, giovani dirigenti, inedite esperienze culturali, editoriali e associative dentro e accanto al Pd. A raccogliere cioè qualcosa di quel tanto che lungo vari decenni si era seminato: come se tutta la cultura della mediazione, della tessitura, della composizione degli interessi accanto all’intransigenza sui valori e alla passione per il dialogo, tutto questo si fosse rattrappito fino quasi a sparire nel dibattito pubblico.

Nell’epoca della Grande Radicalizzazione della politica, tra populismo, destre estreme, guerre, effettivamente sembrerebbe che la cultura del dialogo e della mediazione non abbia scampo. E però non si sfugge all’impressione che la grande scuola democristiana e post-democristiana non sia riuscita a depositare lezioni utili per una nuova generazione di cattolici impegnati in politica, o per meglio dire nella politica dei partiti, ed è questa una strana nemesi: la cultura politica che diede vita al più forte partito italiano oggi ripiega verso tutto ciò che non sia “partito”. Infatti, come ha ricordato lo stesso Castagnetti, giovani cattolici democratici sanno vincere sul terreno amministrativo (Tommasi a Verona, Possano a Vicenza) ma restando invece fuori dai partiti e quindi, incredibilmente, dal Parlamento.

Non che manchino i cattolici. Ma non più organizzati in quanto tali, specie a sinistra dove alla fine sta prevalendo una cultura radicale di tipo americano. Dunque il “posto in segreteria” evocato da Castagnetti come segno di un ascolto di quella cultura impatta con la nuova realtà del Partito democratico che sta volgendo verso una nuova forma latamente populista di radicalismo all’americana mescolata con il ritorno di toni di derivazione estremista (la famosa segreteria è piena di esponenti che vengono da Sel e dall’ala sinistra dei Ds), e la giovane leader è appunto troppo giovane per aver incontrato la cultura di governo dei cattolici democratici. Il risultato è lo sradicamento di quest’area. Ed è un problema che sembra impossibile risolvere.