Un ricatto in perfetta regola: se lo Stato ti ha riconosciuto il bonus di 600 euro destinato ai professionisti allora il datore di lavoro li sottrae dalla busta paga. È la denuncia partita da alcuni giovani professionisti che si sono visti tagliare il compenso in busta paga alla luce del bonus elargito dallo stato per l’emergenza coronavirus.

“Sono in tanti colleghi che hanno chiamato per denunciare questa pratica ricattatoria — ha chiarito al Corriere della Sera Antonio De Angelis, presidente di Aiga, l’associazione dei giovani avvocati — generalmente si tratta degli avvocati più giovani che lavorano a partita iva ai quali il titolare ha abbassato la quota mensile. Molti altri invece sono stati licenziati: chi lavora a partita iva per un unico committente infatti rappresenta la categoria più debole”.

Un fenomeno diffuso anche tra ingegneri e architetti. “Giungono segnalazioni da parte di ingegneri e architetti- è la denuncia dell’Inarsind, il sindacato di caegoria – ai quali, da parte di certi ‘colleghi’ , vengono fatte richieste di compensare il bonus di 600 euro ricevuto da Inarcassa con le loro spettanze mensili. Attenti quindi ai “furbetti del bonus”. È evidente che i soggetti verso i quali viene rivolta la richiesta sono le cosiddette partite IVA monocliente, che già da tempo avrebbero dovuto rappresentare argomento di un’articolata riflessione”.

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