Pd e Cinque Stelle sono stati sempre contrari ai segreti di stato. A maggior ragione a quelli apposti su stragi, che sono precisamente esclusi dalla normativa esistente. Come mai hanno consentito che un tale provvedimento venga imposto dal premier Conte sugli episodi di Ustica e di Bologna relativi a ormai 40 anni fa? I media ispirati dai due partiti di governo, insieme ai sindacati (diventati sempre più loro ruote di scorta), hanno addirittura taciuto la notizia. Né una spiegazione, né un distinguo, quindi approvazione assoluta.

Tanto più strana e inquietante quanto più a delinearsi è la prospettiva che in futuro il termine degli odierni 8 anni di proroga venga replicato ad ogni scadenza. Il governo si è, dunque, pronunciato contro la possibilità di raggiungere una qualche verità diversa da quella giudiziaria finora in vigore. C’è da ricordare che i magistrati non sempre hanno valutato l’opportunità di accedere alla consultazione delle carte del col. Stefano Giovannnone, capo-centro del Sismi in Libano dal 1973 al 1982, legatissimo ad Aldo Moro e in contatto molto stretto col Fronte popolare per la liberazione della Palestina del Dott. Habash. Nessuno sapeva più di lui sui massacri di centinaia di persone innocenti nei cieli e nella stazione centrale dell’Italia centro-meridionale.

Il che significa che Conte, con l’avallo di Grillo (o vogliamo evocare la presenza politica di due eccellenze come Crimi e Di Maio?) e Zingaretti, si sono accordati a far valere il principio della non trasparenza, anzi della maggiore possibile opacità sugli atti riguardanti l’eccidio di tante persone. Dunque, questo governo che sembrava dedicarsi a sussidi e assistenza (cioè alla massima distribuzione di fondi acquisiti per debito, quindi da restituire prima o poi) per fronteggiare la pandemia, è anche alquanto pericoloso. La motivazione usata dal governo è stata quella del pericolo che l’accesso alla documentazione secretata – su episodi di circa 40 anni fa – potrebbe avere sulla sicurezza nazionale. In realtà il premier Conte, e chi lo mantiene in sella (Zingaretti e Grillo), non sono credibili. Infatti i documenti che sono stati ulteriormente secretati, risultano essere liberamente consultabili. Sono stati infilati, per errore, tra le carte dibattimentali del processo per la strage di Brescia.

La testimonianza viene dal segretario della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle stragi, Eugenio Baresi (che è anche autore di un limpido saggio su Ustica, Storia e contro storia, Koinè, Roma 1996). Ma ha avuto l’avallo di uno dei migliori giornalisti investigativi sulla vicenda, Francesco Grignetti (de La Stampa), e del Giornale di Brescia. Ha scritto Baresi: «Dieci giorni prima i Servizi da Beirut ci avvisavano che era possibile fra le varie ritorsioni un attacco ad un aereo perché non liberavamo il capo italiano del Fronte Popolare della liberazione della Palestina. La mattina del 27 giugno 1980 sempre Beirut ci avvisava che dalla sera sarebbe arrivata una ritorsione. Ma per il nostro governo non è sufficientemente degno il desiderio di sapere cosa è successo a Ustica. Incredibilmente, anche se si sa… come definire simili personaggi?».

Siamo di fronte ad una teatrale manifestazione di ridicolo di Stato. La documentazione del Sismi (redatta da un alto funzionario come il Col. Giovannone) conferma che i palestinesi avevano minacciato una ritorsione, anche aerea, contro l’Italia, per la mancata liberazione del loro agente a Bologna, Abu Saleh Anzeh. Ma il presidente Conte (dal quale dipendono i servizi segreti) sostiene che conoscere le carte in cui le minacce (purtroppo andate a segno) dei palestinesi, arrecherebbe «un grave pregiudizio agli interessi della Repubblica».

In altri termini, Conte ha costruito un ponte levatoio su atti che da anni sono liberamente accessibili a magistrati, ricercatori, e a chiunque ne faccia motivatamente richiesta. Invece di soddisfare la domanda di verità su cui convengono tutti (P. Bolognesi e D. Bonfietti, ma anche G. Cavazza e il sen. Carlo Giovanardi, cioè governo ed opposizione), il premier Conte e le sue scorte politiche amano esibirsi in dichiarazioni che deridono le leggi in vigore e sono smentite dalla nostra intelligence.

È sicuro che Conte sia la persona giusta alla presidenza del Consiglio? È sicuro che Zingaretti (insieme a Franceschini) non debba essere assoggettato ad un nuovo voto da parte di un congresso per valutare la loro idoneità a dirigere un partito ormai ridottosi a fare politica quasi esclusivamente con mance, compensazioni e sottogoverno? Chi oserà più permettersi di diffamare la Democrazia cristiana?