La conferenza stampa dopo il no alla revoca
Il tracollo di Cospito è imminente, assume sale, acqua e zuccheri: l’ultima speranza il 24 febbraio
L’avvocato Flavio Rossi Albertini spiega che per lui «l’esito è quasi scontato, sono settimane che considero imminente il tracollo di Alfredo Cospito che sta dimostrando comunque di avere una tempra particolarmente forte anche a sentire i medici». E pure Luigi Manconi si dice “molto pessimista”. È la conferenza stampa della difesa dell’anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre e che il diretto interessato ha tutta l’intenzione di proseguire fino alle estreme conseguenze.
Solo la revoca del 41 bis porterebbe a interrompere il digiuno. Non basterebbe l’avvio di un dibattito parlamentare sul carcere duro e nemmeno una sospensione della pena per motivi di salute. «Non è uno sciopero della fame per finta, non è una simulazione», sono le parole di Rossi Albertini. E non ci può essere richiesta di intervenire al presidente Mattarella sia perché spiega l’avvocato “Cospito è un anarchico individualista”, sia perché aggiunge Manconi «Cospito non ha una sentenza definitiva per cui si potrebbe chiedere la grazia». Ipotesi irrealistiche insomma. «Hanno deciso di tumularmi», è stata la reazione del detenuto la notizia della mancata revoca del 41bis.
Il provvedimento del ministro viene definito prettamente politico da Flavio Rossi Albertini e da Luigi Manconi. Manconi spiega che non ci può essere violenza nel dire «il mio corpo è come un’arma, perché si tratta semplicemente di un topos della letteratura e così in questa vicenda siamo arrivati all’analfabetismo funzionale». Il presidente di “A buon diritto onlus” aggiunge che la decisione di Nordio arriva in un clima dove è stata costruita una guerra simulata, un’aggressione anarchica allo Stato «mentre qui gli anni 70 c’entrano assolutamente niente».
Luigi Manconi poi racconta che fino al 22 dicembre dell’anno scorso i detenuti del gruppo di socialità con Cospito erano considerati del tutto inoffensivi. Poi il gruppo è stato cambiato e sostituito con tre reclusi appartenenti a mafia, camorra e ‘ndrangheta. Ebbene, aggiunge Manconi, a quel punto «sono cominciate le intercettazioni o captazioni che hanno dato il là alle chiacchiere su un accordo tra anarchici e mafia. Io sono contrario a ipotizzare complotti però in questo caso qualche domanda almeno bisogna porsela», conclude sul punto. Flavio Rossi Albertini aggiunge che al 41bis un detenuto non si sceglie i compagni di socialità per cui sul punto c’è stata una terrificante strumentalizzazione.
Dal supercarcere di Opera arriva la notizia che Alfredo Cospito ha rifiutato ancora di sottoporsi ad una visita psichiatrica. Le sue condizioni vengono definite al momento stabili. Continua ad assumere sale, acqua e zucchero. Uno sciopero della fame che il ministro Nordio ha definito “non più non violento”. Secondo il ministro Cospito sta mettendo a rischio deliberatamente la salute e la vita per ragioni ideologiche. L’avvocato Flavio Rossi Albertini dice che presenterà ricorso al Tribunale di Sorveglianza impugnando il provvedimento del ministro ma che al di là del merito i tempi della decisione sono incompatibili con le condizioni di salute del detenuto. Secondo Manconi “la soluzione c’è e sta nelle mani di Nordio”.
Il ministro ricorda Manconi non ha tenuto conto del suggerimento del procuratore nazionale Melillo che aveva ipotizzato il passaggio dal 41bis al regime di alta sorveglianza. L’appuntamento più vicino resta la Cassazione del 24 febbraio. Sempre che il fisico di Cospito resista fino a quella data che in origine era il 20 aprile e poi è stata anticipata per ben due volte dalla Suprema Corte. Uno dei pochi dettagli che lascerebbe qualche speranza di evitare una tragedia ritenuta imminente. Nella conferenza stampa inoltre è stato detto che la difesa si sente più che pronta alla battaglia contro l’alimentazione forzata.
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