Da martedì scorso il medico di fiducia indicato dalla difesa di Alfredo Cospito attende di ottenere l’autorizzazione per recarsi nel supercarcere di Opera a visitare l’anarchico in sciopero della fame dal 20 ottobre scorso. Si tratta di tempi un po’ lunghi (eufemismo) per una persona nelle sue condizioni di salute, anche se almeno per il momento non ci sarebbe il rischio di un trasferimento in ospedale, cioè nel padiglione per detenuti del San Paolo. Le condizioni di salute vengono definite “stabili e non allarmanti” in riferimento all’anarchico che continua a rifiutare gli integratori assumendo soltanto acqua, sale e zucchero.

«Sono stato da lui e l’ho trovato in condizioni discrete», dice l’avvocato Benedetto Ciccarone sostituto processuale di Flavio Rossi Albertini che dice di avere in preparazione una conferenza stampa nella giornata di venerdì alla Camera dei deputati “per chiarire le cazzate scritte in questi giorni”. A questo proposito bisogna ricordare per forza di cose la dichiarazione di Enzo Letizia, segretario dell’Associazione nazionale dei funzionari di polizia secondo il quale «la recrudescenza delle tensioni nelle piazze e il diffondersi di azioni intimidatorie realizzate in Italia e all’estero sono il terreno fertile da cui possono generarsi cellule eversive che potrebbero essere armate da ambienti mafiosi visto che la mobilitazione anarchica si salda con la volontà del crimine organizzato di abolire il carcere duro previsto dall’articolo 41bis. Mafie e terroristi sono abilità inserirsi nelle polemiche».

Alludere a alleanze tra anarchici e mafia senza lo straccio di una prova sembra grave per chi di mestiere fa il funzionario di polizia e per giunta è a capo di una associazione di categoria. Si tratta di parole fantasiose già circolate tre anni fa ai tempi delle rivolte in carcere per il Covid19. Allora a smentire ci pensò il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Vediamo se qualcuno provvederà stavolta.
Intanto il dibattito politico sul caso Cospito va avanti. Secondo il ministro del Turismo, Daniela Santanché, «c’è un attacco allo Stato e non al Governo e non possiamo cedere perché sarebbe un gravissimo errore per la sicurezza della. nostra nazione».

«Cospito è un pericoloso terrorista, definirlo ‘coraggioso’ non è accettabile – sostiene Maurizio Gasparri vicepresidente del Senato per Forza Italia – Ho trovato sbagliato l’atteggiamento di alcuni esponenti del Pd. Fare visita alle carceri è una cosa lecita ma addirittura intrattenersi e scambiare interlocuzioni con alcuni boss soprattutto da parte di un ex ministro della Giustizia a mio avviso è sbagliato». «Lo stato tratta i terroristi secondo le leggi attuali – aggiunge Gasparri – e se nello specifico va revocato il 41bis per Cospito lo deciderà la Cassazione. Noi continueremo a sostenere questa misura».

Per Giuseppe Conte, leader del Movimento Cinque stelle «il 41bis non si tocca, è uno strumento importante. È un carcere che prevede l’isolamento, si parla di carcere duro ma anche con delle limitazioni è lo stretto necessario per evitare che i detenuti continuino a guidare le loro organizzazioni e essere un punto di riferimento. Su Cospito la valutazione spetta alle autorità competenti che devono tenere conto della salute e della dignità delle persone».

Per Giuliano Giuliani, padre di Carlo (il ragazzo ucciso durante il G8 di Genova del 2001), «ci sono modi più dignitosi dell’articolo 41bis per limitare i contatti di Cospito». Secondo Alfredo Antoniozzi vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera «tutte le forze politiche devono isolare i violenti rifiutando compromessi sulla difesa della legalità». Per Matteo Salvini «non si toccano leggi sotto minaccia, si parli di giustizia con una riforma e non con le polemiche».