Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro non smorza i già aspri toni verso i dem e continua torna a parlare del caso Cospito. Il Pd “dovrà spiegare all’opinione pubblica quell’inchino ai mafiosi” dice il meloniano in un’intervista a Il Biellese, riferendosi alla visita che i quattro parlamentari avevano fatto nel carcere di Sassari per constatare in quali condizioni di salute fosse l’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame.

Quando Delmastro parla di “inchino” si riferisce alle parole di Walter Verini quando ha ricordato che Cospito aveva detto ai dem di non voler parlare con loro se prima non avessero parlato con gli altri. Gli ‘altri’ erano i due boss De Maio e Presta: “Una richiesta – sostiene Delmastro – che la delegazione del Pd non ha rifiutato, accettando di fare quell’inchino parlando con i due criminali”.

Dopo l’intervento di ieri di Donzelli alla Camera, Delmastro è sotto scorta, con l’attenzione della sicurezza sul sottosegretario è salita di livello. Ora è al terzo grado e questo prevede l’utilizzo dell’auto blindata. Al sottosegretario è stato inoltre spiegato come aprire eventuali buste e le zone sensibili da evitare come Torino.

“Le polemiche dei nostri avversari finora hanno solo aiutato a farci inquadrare dal mirino dei terroristi tant’è che io mi trovo sotto scorta. Mi sembra di essere tornato ai tempi in cui la sinistra parlava dei terroristi come ‘compagni che sbagliano’ con un atteggiamento giustificazionista che in questo caso riguarda Cospito al punto che per parlare con lui si vanno ad ascoltare anche le ragioni dei mafiosi”, insiste Delmastro.

Sotto scorta anche l’avvocato padovano, leghista, e attuale sottosegretario alla Giustizia con diverse deleghe – compresa quella al trattamento dei detenuti – Andrea Ostellari, finito nel mirino anarchico: “Solidarietà e pieno sostegno ad Andrea Ostellari. Andiamo avanti, senza paura”, scrive su Twitter il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che poi invita tutti ad abbassare i toni, politici e non solo. È un momento in cui bisogna risolvere i problemi degli italiani e non crearglieli. Chi poi esprime violenza deve essere perseguito penalmente, perché va bene tutto, però inneggiare alla lotta armata nel 2023 è da ricovero o da accompagnamento coatto in ospedale oppure in carcere”.

Nel frattempo il presidente Lorenzo Fontana ha nominato il giurì d’onore, ovvero la commissione d’indagine richiesta dal Pd che avrà il compito di “giudicare la fondatezza delle accuse” nei loro confronti perpetrate da Donzelli. Il giurì, presieduto da Sergio Costa, “dovrà riferire entro il 10 marzo”.

Un clima che “sta assumendo contorni inquietanti e non va sottovalutato. In attesa che gli inquirenti facciano piena luce sui responsabili è necessaria una condanna unanime, ferma e decisa, per queste azioni vergognose e per questa continua escalation di violenza” dice il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Trovo estremamente gravi e inaccettabili i manifesti affissi all’Università La Sapienza di Roma che indicano in alcuni rappresentanti delle Istituzioni gli ‘assassini di Alfredo Cospito’”.

Riccardo Annibali

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