La battaglia sull'anarchico al 41bis
Nordio scagiona i “coinquilini d’Italia” Delmastro e Donzelli su Cospito: ma il Dap smentisce il ministro
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Mentre Alfredo Cospito rischia di morire nel carcere di Opera, dove è ora detenuto in regime di 41bis e sta portando avanti da oltre cento giorni il suo sciopero della fame contro il regime di carcere duro, l’agone politico è tutto concentrato sulle polemiche riguardanti lo spiattellamento nell’Aula della Camera delle conversazioni dello stesso anarchico e i mafiosi al 41bis nel carcere di Sassari.
Sfruttando documenti “sensibili” (come riferito in Aula dal ministro della Giustizia Carlo Nordio) che gli sarebbero stati passati, o quantomeno di cui avrebbe discusso con il sottosegretario alla Giustizia e suo coinquilino a Roma (oltre che compagno di partito) Andrea Delmastro, il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli nei giorni scorsi ha accusato sostanzialmente quattro deputati del PD che si erano recati in visita dallo stesso Cospito di incoraggiarne la lotta.
Parole gravissime che hanno portato ad una denuncia per rivelazioni di segreto d’ufficio presso la Procura di Roma e alla convocazione del Gran giurì d’onore alla Camera.
È in questo contesto infuocato che nella serata di giovedì il Guardasigilli Nordio ha diffuso una nota in cui difende e di fatto assolve gli stessi Delmastro e Donzelli. Secondo il ministro la dicitura “limitata divulgazione” sul documento che Donzelli ha citato e letto alla Camera “rappresenta una formulazione che esula dalla materia del segreto di Stato e dalle classifiche di segretezza, disciplinate dalla legge 124/07 e dai Dpcm di attuazione ed esclude che la trasmissione sia assimilabile ad un atto classificato, trattandosi di una mera prassi amministrativa interna in uso al Dap a partire dall’anno 2019, non disciplinata a livello di normazione primaria”.
Insomma, quel documento “non rileva e disvela contenuti sottoposti al segreto investigativo o rientranti nella disciplina degli atti classificati”. A mettere la parola fine sulla polemica potrà essere a questo punto solamente la decisione dei magistrati di Roma, chiamati ad intervenire sulla vicenda dall’esposto presentato dal leader dei Verdi Angelo Bonelli.
Il Dap smentisce il ministro
Eppure qualcosa non torna. Perché fonti del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, hanno ripetuto in queste ore a più quotidiani che quelle informazioni non andavano rese pubbliche.
“Non sono divulgabili né cedibili a terzi, pur non essendo secretate”, spiegano dal Dap a Repubblica e La Stampa. Tesi confermata da “diverse personalità che negli ultimi anni hanno ricoperto incarichi di vertice al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria” anche al Foglio.
Insomma, Nordio si sarebbe dovuto affidare al burocratese per tentare di difendere i due esponenti di grido del partito della premier Meloni, che pure l’ha voluto personalmente come Guardasigilli pur partendo da posizioni ben distanti sulla giustizia e in particolare sul garantismo, per non parlare delle note posizioni dell’ex pm sul 41bis.
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