Una pista nuova, che rende il caso di Ilenia Fabbri, la 46enne uccisa a Faenza all’alba di sabato scorso, se possibile ancora più raccapricciante. Una delle ipotesi al vaglio è quella dell’omicidio su commissione. La donna è stata sgozzata con un coltello da cucina, maldestramente pulito e sequestrato. Il ritrovamento sabato mattina. Sentite per ore le persone più vicine alla donna. Il caso di Ilenia Fabbri è stato il primo di tre femminicidi registrati in poco più di 24 ore in tutta Italia.

L’assassino avrebbe quindi potuto agire su mandato di un’altra persona, forse entrato in casa con una copia delle chiavi. Non è escluso che l’aggressione sia nata nei piani alti dell’appartamento. La vittima era già vestita, come se dovesse uscire, nonostante l’omicidio si sia consumato intorno alle 6:00 di mattina. In quel momento, in casa con lei, un’amica della figlia 20enne, Arianna, che ha visto una persona andare via, e lanciando l’allarme, spaventata. Aveva pensato a dei ladri in casa.

Tra gli elementi che accreditano la pista dell’omicidio su commissione, quella dell’assenza di impronte come possibile dimostrazione di premeditazione e oculatezza del killer. Nessun segno di effrazione nemmeno sulle finestre e sulle porte esterne. La Polizia, arrivata poco dopo il delitto, aveva trovato la porta del garage aperta.

Macchie di sangue sono state isolate al piano superiore, dove sarebbe cominciata l’aggressione. L’omicidio si è consumato in una sorta di vano cucina al piano terra. Ascoltati la figlia, la compagna della figlia, il compagno della donna, l’ex marito. Con quest’ultimo erano ancora in corso questioni legali per faccende patrimoniali. La separazione non era stata tra l’altro facile, Ilenia Fabbri aveva denunciato il marito per episodi di violenza in passato.

È inoltre emerso, come riporta l’Ansa.it, che la donna aveva fatto causa al marito, dal quale si era separata nel 2018, per lamentare mancati compensi per alcune decine di migliaia di euro relativi al suo impiego nell’attività di famiglia: la prossima udienza – la seconda della causa – con i testimoni delle parti, era stata fissata per il 26 febbraio davanti al giudice del Lavoro del Tribunale di Ravenna.

Antonio Lamorte

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