“Scriverò romanzi – annuncia – anche perchè di cose da dire ne ho tante su questa storia che non ho detto e prima o poi dovrò farlo. C’è molto di più, molto di più e di peggio”. Commenta così, a caldo l’ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo, appena uscito dagli arresti domiciliari. A deciderlo il gup del Tribunale di Bari, Annachiara Mastrorilli, che ha accolto le richieste della difesa dell’ex magistrato e ha deciso di derubricare l’accusa principale da molestie a stalking a quattro sue ex allieve e aspiranti magistrati. Il gup ha deciso di attenuare la misura cautelare degli arresti domiciliari con quella del divieto di avvicinamento alle quattro donne – tre borsiste e una ricercatrice della scuola di formazione di Bellomo, ‘Diritto e Scienza’ – che lo avevano denunciato. L’ex magistrato, infatti, era solito chiedere alle aspiranti magistrato che si iscrivevano ai suoi corsi di preparazione al concorso di avere un dress code preciso.
Tacchi alti, minigonne, abiti eleganti e assolutamente niente jeans e ballerine. Le allieve di Bellomo, poi, dovevano rispondergli al telefono a tutte le ore e lui le invitava a lasciare i fidanzati. Come obbligo imposto alla giovane c’era poi quello di “svolgere attività sessuale ogni volta che Bellomo lo richiedesse”, secondo i pm, a cui si aggiungeva la richiesta dell’ex magistrato di venire al primo posto in assoluto e quindi ogni sua volontà doveva essere eseguita”. Tutti comportamenti per i quali Bellomo sarà processato davanti al Tribunale di Bari il prossimo 3 dicembre.
Nell’ambito del filone pugliese della vicenda, Bellomo era stato arrestato la prima volta l’8 luglio 2019, ma i Tribunali davanti ai quali è dovuto comparire sono tanti. Oltre al filone milanese, poi archiviato, Bellomo dovrà comparire in aula a Roma e sta affrontando processi a Piacenza e Bologna. Insieme all’ex giudice del Consiglio di Stato, il gup di Bari ha rinviato a giudizio anche l’ex pm di Rovigo Davide Nalin, accusato di concorso nei maltrattamenti nei confronti di alcune ragazze. Nalin, che nel frattempo è stato sospeso dal Consiglio Superiore della Magistratura, sarebbe stato complice di Bellomo nell’imporre alle giovani aspiranti toghe il codice di comportamento e il dress code richiesti.
Stralciata invece la posizione dell’avvocato barese Andrea Irno Consalvo, che organizzava i corsi. Era accusato di false informazioni al pm per aver taciuto quanto a sua conoscenza sui rapporti tra Bellomo e le corsiste. Sarà il Tribunale di Roma, infine, a occuparsi della parte dell’inchiesta relativa alla calunnia e minaccia che Bellomo avrebbe rivolto all’attuale presidente del Consiglio Giuseppe Conte, all’epoca vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, e a Concetta Plantamura, rispettivamente ex presidente ed ex componente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi su Bellomo quando nel 2017 fu sottoposto a procedimento disciplinare e poi destituito.
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