Malasanità
Ingessato con del cartone all’ospedale di Patti e rimandato a casa, “stecche finite”. Elia Natoli: “Avevo troppo dolore”. Le scuse di Schifani
Un caso di malasanità che ha dell’incredibile, tanto da costringere il Presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani alle scuse dirette con il paziente. È la storia di Elia Natoli, che per ore all’interno di un pronto soccorso ha sofferto per il dolore ed è stato lasciato ingessato con un cartone, e poi spedito a casa, costringendolo a ricorrere ad una clinica privata per curarsi. Il trentenne di San Piero Patti, provincia di Messina, era caduto dalla moto, e si era procurato una sbucciatura al ginocchio e un conseguente forte dolore alla caviglia e alla gamba. La sua odissea era iniziata nei giorni scorsi con una visita alla guardia medica locale, che in assenza di acqua ossigenata, si era limitata a pulirgli la ferita con una garza e lo ha mandato al pronto soccorso dell’ospedale di Patti.
L’arrivo al pronto soccorso e l’ingessatura d’emergenza
Arrivato al pronto soccorso, Elia ha dovuto aspettare circa sei ore, durante le quali diversi pazienti con codici rossi vengono trattati prioritariamente. Finalmente, una dottoressa si occupa di lui e gli fa fare una radiografia, che rivela la frattura del perone. Tuttavia, il personale scopre che l’ospedale non ha stecche disponibili per ingessarlo. In una situazione di emergenza, gli inferimieri hanno utilizzato del cartone trovato vicino ai rifiuti speciali per improvvisare un’ingessatura.
Il caso
Tornato a casa, Elia passa tutta la domenica con il piede immobilizzato in modo artigianale, ma il cartone cede a fine giornata e i dolori ritornano. Una dottoressa amica di famiglia lo mette in contatto con l’associazione della Misericordia, che fornisce delle stecche vere. Con l’aiuto di un medico in videochiamata, il responsabile dell’associazione riesce a ingessargli il piede correttamente. Il Lunedì seguente Elia decide di evitare ulteriori visite all’ospedale pubblico e si reca in un centro privato a Messina, dove per 200 euro ottiene una visita e un’ingessatura professionale. A poco è valsa la chiamata di Renato Schifani, che aveva appreso della vicenda dopo un post del padre di Elia su Facebook, che si è scusato a nome della Regione e promette di risolvere la situazione: il paziente aveva già risolto tramite il settore privato: “Fanno quel che possono, ma non hanno risorse – ha detto al Corriere della Sera –. Il problema è che se al mio posto ci fosse stato un anziano, magari col femore rotto, forse ora piangeremo un morto”. La procura ha aperto un fascicolo, si tratta di un cosiddetto ‘modello 45’, cioè quello in cui i pm inseriscono fatti che non sono ritenuti reato e che, di conseguenza, non prevedono persone indagate. Ma nei prossimi giorni lo scenario potrebbe cambiare e i pm potrebbero indagare per omissioni di ufficio. “Avvieremo, una rigorosa e completa indagine sullo “stato di salute” dei Pronto soccorso dell’Isola, così da conoscere le criticità nel dettaglio e intervenire tempestivamente con misure adeguate ed efficaci”, ha detto Schifani
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