Le aree rurali restano isolate
Internet e tv: in Italia i soliti problemi di connessione, solo la metà delle famiglie ha la fibra. I ritardi nei lavori che creano disuguaglianza digitale

L’Italia è un paese geograficamente complesso: dei circa 8.000 Comuni, ben 4.230 si trovano in territori considerati “montani”, e rappresentano più della metà del totale. Queste aree costituiscono il 54% dell’estensione geografica del paese, ma vi risiede appena il 10% della popolazione italiana, ossia circa 6 milioni di cittadini. Si tratta di comunità spesso isolate, che convivono con una serie di problematiche logistiche, tecnologiche e infrastrutturali che le rendono meno connesse rispetto ai grandi centri urbani. Tra le varie difficoltà c’è addirittura quella della ricezione televisiva, una questione annosa e irrisolta che negli ultimi anni si è addirittura aggravata.
La ricezione televisiva
La ricezione televisiva incompleta o disturbata è un problema che affonda le sue radici nel passato, quando l’Italia decise di vendere la sua quota di partecipazione al satellite europeo Eutelsat ai francesi, lasciando il paese senza una piattaforma satellitare. In quegli anni sembrava una spesa inutile, e la Stet (che allora deteneva le quote di Eutelsat) decise che sarebbe stato meglio vendere e “fare cassa”. La situazione è diventata più critica con l’introduzione del digitale terrestre e i conseguenti switch off, che hanno eliminato molti impianti di ripetizione del segnale televisivo. Questi impianti – spesso fondamentali per garantire la copertura in aree remote – non sono stati sostituiti da infrastrutture alternative, lasciando molte zone prive di un servizio essenziale. Oggi l’unica alternativa valida resta la ricezione satellitare attraverso Tivùsat.
L’analisi dei problemi
Per comprendere l’entità del problema, basta consultare alcuni siti specializzati che monitorano le difficoltà legate alla ricezione televisiva. Uno di questi è la piattaforma Help Interferenze, gestita dalla Fondazione Bordoni del ministero dello Sviluppo economico, che ha ricevuto quasi 25mila segnalazioni da parte di cittadini su conflitti tra segnali televisivi e telefonici. Un altro sito di riferimento è TV Digital Divide, che ha sviluppato una mappa interattiva dei disservizi del digitale terrestre, evidenziando le problematiche più diffuse su tutto il territorio nazionale.
I problemi dello streaming
Una soluzione apparentemente semplice potrebbe essere quella di abbandonare le antenne tradizionali e affidarsi alla televisione via streaming, utilizzando Internet come canale di accesso ai contenuti. Tuttavia anche in questo caso emergono difficoltà significative, che mettono in luce un divario tecnologico e infrastrutturale profondo tra le diverse aree del paese. Un recente rapporto dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni (Agcom), incrociato con dati di Auditel e Censis, offre una panoramica desolante sulla diffusione dell’accesso a Internet in Italia: dei 25 milioni di famiglie italiane, ben 8 milioni non dispongono di un accesso a Internet da casa o si collegano esclusivamente tramite il cellulare, con evidenti limiti in termini di velocità e stabilità della connessione. E si aggiungono 5 milioni di famiglie che utilizzano connessioni in rame, una tecnologia ormai superata che non è in grado di supportare lo streaming televisivo in modo efficiente. Solo 12 milioni di famiglie (pari al 50% circa del totale) possono contare su una connessione in fibra ottica, mista o veloce, capace di garantire la qualità necessaria per lo streaming.
Disuguaglianza digitale
Questi dati evidenziano un paese spaccato a metà, dove la disuguaglianza digitale si manifesta in modo evidente nelle zone a bassa densità abitativa. In questi Comuni, la diffusione della fibra è estremamente limitata: secondo l’ultimo rapporto Eurostat, solo il 18% dei Comuni rurali italiani è coperto dalla fibra ottica, contro una media europea che supera il 37%. La disparità diventa ancora più marcata quando si analizzano i singoli territori regionali, con Regioni come la Calabria e la Basilicata che registrano tassi di copertura estremamente bassi rispetto a Regioni più avanzate come la Lombardia o il Trentino-Alto Adige.
Questa situazione ha un impatto diretto sulla qualità della vita delle famiglie che risiedono in aree montane o rurali. La mancanza di una connessione Internet adeguata non solo limita l’accesso ai contenuti televisivi via streaming, ma ostacola anche altre attività fondamentali, come lo smart working, la didattica a distanza e l’utilizzo di servizi online per la Pubblica amministrazione. In un mondo sempre più digitale, queste comunità rischiano di essere escluse da opportunità economiche, educative e sociali. Le difficoltà nell’accesso a Internet e nella ricezione televisiva rappresentano due facce della stessa medaglia: un ritardo infrastrutturale che penalizza le aree più isolate del paese. Le soluzioni a questo problema non possono essere semplici o immediate, ma richiedono interventi mirati e una pianificazione strategica a lungo termine. Da un lato sarebbe necessario investire nella modernizzazione delle reti televisive, garantendo una copertura capillare anche nelle zone montane e rurali; dall’altro occorrerebbe accelerare la diffusione della fibra ottica e di altre tecnologie di connessione veloce, come il 5G, per colmare il divario digitale.
La cultura digitale
Un altro aspetto fondamentale è la sensibilizzazione delle comunità locali e degli amministratori pubblici sull’importanza della digitalizzazione. In molte aree montane, la scarsa diffusione della fibra ottica è legata non solo a problemi tecnici o economici, ma anche a una limitata consapevolezza dei benefici che una connessione veloce potrebbe portare. Promuovere la cultura digitale e incentivare l’adozione di nuove tecnologie potrebbe quindi rappresentare un passo importante per superare il digital divide. Infine va sottolineata l’importanza di un approccio inclusivo e sostenibile. Le soluzioni tecnologiche devono essere accessibili a tutti, indipendentemente dalla posizione geografica o dalle condizioni economiche. In questo senso, il supporto pubblico e privato potrebbe giocare un ruolo determinante, ad esempio attraverso l’offerta di pacchetti Internet a prezzi calmierati o il sostegno alle famiglie meno abbienti per l’acquisto di dispositivi tecnologici.
L’Italia si trova di fronte a una sfida complessa ma cruciale: garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo in cui vivono, l’accesso a servizi televisivi e digitali di qualità. Solo attraverso un impegno congiunto di istituzioni, imprese e comunità locali sarà possibile costruire un futuro più equo e connesso, in cui le differenze geografiche non si traducano in disuguaglianze sociali e tecnologiche.
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