Il sequel del famoso film
Intervista ad Eddie Murphy: “Il principe cerca figlio, sequel del cult dopo 30 anni”

Il 5 marzo 2021, a distanza di 33 anni, grazie ad Amazon Prime Video, torneremo nel regno di Zamunda dove ritroveremo il principe Akeem, la sua Lisa e tutti i protagonisti di quello che è a tutti gli effetti uno dei film culto della storia del cinema: Il Principe cerca Moglie. Il sequel del film con Eddie Murphy si intitola Il Principe cerca figlio e come il titolo suggerisce, vedrà il nostro principe, ora diventato Re, imbarcarsi in un ritorno negli Stati Uniti alla ricerca di un figlio illegittimo concepito durante la sua prima visita in America, prima di conoscere Lisa.
Con il fedele consigliere e migliore amico Semmi al seguito (Arsenio Hall), inizia un viaggio nei luoghi del film cult che Eddie Murphy ha prodotto e interpretato. Il principe cerca figlio, come evidenzia già il trailer, è in tutto e per tutto un’operazione amarcord che punta a solleticare ogni ricordo piacevole ed esilarante del film del 1988, connettendo ogni possibile punto degno di nota, facendo riapparire ogni personaggio fondamentale, cavalcando quello stesso schema di battute da commedia tradizionale piena d’amore e famiglia che era il film originale. Lasciando apparentemente la politica ed eventuali polemiche fuori dalla porta, pur essendo stato girato in epoca trumpiana, Eddie Murphy però, alla strada dei ricordi, ne aggiunge una parallela, quella che sottolinea l’eredità positiva di Il Principe cerca moglie: ciò che il film aveva significato per la comunità afroamericana negli Stati Uniti e nel mondo e che ha raccolto i suoi pieni frutti, ahimè, solo 30 anni dopo, con il successo del film Black Panther.
Così, gli occhi e le orecchie più attente noteranno piccoli e amaramente ironici riferimenti alla situazione degli Stati Uniti durante le riprese, quando ancora non si sapeva della vittoria di Joe Biden e “il principe” sottolinea che si è passati da un presidente afro-americano a Trump. Abbiamo avuto la fortuna di incontrare Eddie Murphy in una conferenza mondiale in collegamento zoom, in compagnia dell’amico Arsenio Hall, l’attrice e comica Leslie Jones e le giovani figlie di Akeem sul grande schermo, Bella Murphy, figlia di Eddie anche nella vita reale e Akiley Love. Eddie Murphy parte dall’idea del sequel per poi accompagnarci attraverso l’importanza di Il Principe cerca moglie nella storia del cinema.
Cinque anni per concepire questo sequel e 30 anni per decidere di farlo, qual è stato il punto di partenza di “Il Principe cerca figlio”?
Volevamo far tornare tutti gli attori del cast originale e per farlo abbiamo cercato di connettere i punti della storia da dove l’avevamo lasciata. Prendete il personaggio di Eric La Salle – Darryl e quello della sorella di Lisa McDowell. L’ultima volta che li abbiamo visti, lui era zuppo di pioggia e lei aiutandolo diceva «dobbiamo toglierti questi vestiti bagnati di dosso». Tutto questo faceva immaginare che sarebbero finiti insieme e che Akeem e Lisa sarebbero vissuti per sempre felici e contenti. Quindi, per il sequel ci siamo chiesti: «Come facciamo a collegare tutte queste storie?». Abbiamo pensato quindi che sarebbe stato divertente se il signor McDowell, il padre di Lisa, avesse aperto un suo ristorante in Africa così da poter stare vicino alla figlia. In questo modo, avremmo potuto averlo nella storia.
Come definirebbe il lascito di “Il Principe cerca moglie”? Che significato ha ed ha avuto nella storia del cinema?
Il Principe cerca moglie è stato il primo film in assoluto nella storia del cinema con un cast totalmente afro-americano ad avere successo in tutto il mondo. Ancora oggi sono pochissimi i film con un cast all black ad essere riusciti a oltrepassare i confini nazionali con un successo internazionale. Si possono contare su una mano e ti rimane anche qualche dito libero. Due di questi film sono sicuramente Il Principe cerca moglie e ora Il Principe cerca figlio perché il loro segreto è che sono film accessibili a tutti, alla portata di tutti. Molti dei nostri film, sapete, si concentrano sulle ingiustizie sociali e sulla violazione dei nostri diritti civili, tematiche di cui a molti, nel resto del mondo, purtroppo interessa poco. Alla gente piace vedere sullo schermo questioni universali e più basiche con cui si può relazionare.
Con una novità: interpreti che prima non si erano mai visti sullo schermo…
Il Principe cerca moglie parla di famiglia, amore, del fare la cosa giusta e dell’importanza delle tradizioni. Stessa cosa fa il sequel. Ci sono immagini meravigliose di re, regine e principesse africane, come si vede anche in Black Panther. Prima di Il principe cerca moglie non c’erano film con reali di origine afro-americana, il primo in assoluto a mostrarlo è stato il nostro, poi c’è stato Black Panther e ora Il Principe cerca figlio. Le nostre storie parlano di esseri umani, di situazioni e problemi con cui la gente si confronta ogni giorno e con cui può identificarsi. Le tematiche da noi trattate nella storia sono senza tempo: l’amore, sposare qualcuno per amore e per ciò che è e non per quello che rappresenta. Il Principe cerca moglie è la prova che se tratta temi universali, un film può colpire un pubblico universale. Se questo è vero però, mi chiedo come mai sia successo così poche volte nella storia della cinematografia afro-americana.
Lei però è riuscito ad ottenere questo risultato…
Il fatto che ci siano ancora tanti riferimenti a Il Principe cerca moglie dopo 33 anni, ci dimostra quanto sia diventato un film di culto e quanto ormai appartenga all’immaginario di tutti noi. Pensate alla pratica del Microphone drop (gettare a terra il microfono dopo un discorso) ad esempio. Il primo Mic Drop della storia lo ha fatto Randy Watson con Sexual Chocolate. Ad Halloween la gente si veste ancora come i personaggi del film e a Natale Il Principe cerca moglie va sempre in onda.
© Riproduzione riservata