Un caffè in piattaforma
Intervista all’Avvocato dell’Atomo: “Troppa spettacolarizzazione ma è impossibile liberarsi del nucleare”
Il nucleare è uno dei più grandi temi tabù in Italia, per questo motivo per questo nuovo appuntamento di “un caffè in piattaforma” abbiamo deciso di parlarne con uno dei più noti divulgatori e demistificatori in Italia. Luca Romano, 35enne nato a Torino e laureato in Fisica, si definisce “ambientalista razionale, messaggero dell’energia blu sui social” dove è noto con l’account Avvocato dell’Atomo (@avvocatoatomico). La sua pagina Instagram seguita da più di 170mila followers, oltre a divulgare contenuti relativi al nucleare smentisce anche chi distribuisce in rete contenuti errati provando a fare fact-checking. In Italia abbiamo avuto diversi referendum su questo tema, e prima degli anni 2000 c’erano diverse centrali attive (come abbiamo già provato a trattare in un’articolo dedicato, “il duro rapporto tra referendum ed energia”) per questo l’importanza di trattare questo tema, data anche l’importanza, e la necessità di avere un indipendenza energetica.
Quale pensi sia il motivo per il quale quando si parla di nucleare alcune persone si spaventano?
“La paura del nucleare ha molte cause, alcune storiche, altre psicologiche. Innanzitutto c’è stata la guerra fredda, che ha segnato l’immaginario collettivo con la paura della guerra, della bomba e della possibile fine del mondo. Questo immaginario, ancora molto vivido, ha portato, nel contesto degli incidenti nucleari di Three Miles Island e Chernobyl, ad una spettacolarizzazione degli eventi, che in parte è viva ancora oggi (tanto che si fanno film e serie TV su questi due incidenti e non ad esempio su quello, molto più grave, di Bhopal, avvenuto nello stesso periodo storico). A questo si aggiunge il fatto che il legame storico (non tecnologico) del nucleare civile con quello militare (nascono entrambi dal progetto Manhattan) ha creato contiguità tra i movimenti pacifisti e quelli ambientalisti, che ha portato una grossa parte dell’attivismo ad essere contraria al nucleare. Infine, il fatto che si tratti di una tecnologia avanzata e oscura a molte persone, fa sì che una grossa fetta di pubblico sia scettica a prescindere, dal momento che si tende a non fidarsi di ciò che non si conosce”.
Come vedi la situazione in Europa e in Italia?
“Oggi in Europa il vento sta cambiando: il fallimento della politica energetica tedesca, basata sul chiudere le centrali nucleari e inseguire il sogno del 100% rinnovabile, sta aprendo gli occhi a molti paesi. La Francia dopo anni di trascuratezza sta rilanciando il proprio programma nucleare; lo stesso stanno facendo Svezia e Inghilterra. Il Belgio, che aveva un phase out in programma, sta cambiando idea. E nuovi reattori sono previsti in Romania, Bulgaria, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e forse anche Olanda. In Italia il pubblico è sempre più favorevole, soprattutto i giovani, ma i contrari sono molto rumorosi, e il governo è molto prudente: tendenzialmente la maggioranza è favorevole, ma la paura di perdere consenso fa sì che si proceda molto lentamente”.
Pensi la percezione del nucleare stia aumentando nel corso degli anni con il progredire delle tecnologie?
“Che l’opinione pubblica mondiale stia cambiando idea sul nucleare è un fatto, lo dimostrano sondaggi, trend sui social e anche una nuova direzione impressa ai programmi energetici in tutto il mondo (persino l’Europa è prossima a parificare il nucleare alle rinnovabili nella riforma del mercato elettrico, la cui bozza è stata licenziata dal Consiglio Europeo dei Ministri qualche settimana fa). La cosa ha poco a che fare con il progresso tecnologico però (che pure c’è e presenta novità molto interessanti), e molto a che vedere con l’attenzione che il tema climatico sta acquisendo in misura sempre maggiore, e la consapevolezza che le rinnovabili da sole non sono sufficienti”.
Quindi, è impossibile liberarsi del nucleare come dimostrano anche i fallimenti delle politiche energetiche di alcune Nazioni. C’è sempre bisogno di una comunicazione che non punti a spaventare l’interlocutore ma che lo informi sulla realtà. Questo bisognerebbe fare, e si prova a fare anche in questa rubrica “un caffè in piattaforma”, e per questo in questo nostro incontro ci siamo uniti a uno dei più noti divulgatori sul tema del nucleare in Italia.
Per maggiori informazioni potete sempre contattarci via mail su: uncaffeinpiattaforma@gmail.com
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