C’è una guerra strisciante che attraversa le nostre vite e che mette sempre di più a rischio cose che ci sono preziose: la sicurezza, la segretezza dei dati sensibili, infine, il nostro lavoro, la qualità del nostro tempo. Quella che per definizione chiamiamo sicurezza informatica. La notizia è che l’Europa ha finalmente trovato un accordo, e che questo accordo è largamente positivo.

Mi riferisco all’intesa trovata ieri tra il Parlamento europeo, la Presidenza spagnola del Consiglio e la Commissione europea sul Cyber Resilience Act (CRA). Di questo provvedimento mi sono occupato molto, ne sono stato il relatore, la mia soddisfazione è motivata. È una tappa importante per la cybersicurezza. Vediamo quali sono i nodi.
Oggi un numero sempre maggiore di prodotti può connettersi a Internet. Laptop, smartphone, elettrodomestici, assistenti domestici intelligenti, sistemi di controllo industriale oppure prodotti software come app, giochi per computer. Tutto è e sarà connesso.

Così si moltiplicano anche le minacce di intrusione. È vitale mettere la cybersicurezza al centro della nostra economia. Con questo provvedimento (CRA) stabiliamo requisiti orizzontali di sicurezza per i prodotti hardware e software, per garantire che i produttori la migliorino durante la fase di progettazione, che le catene di fornitura siano più sicure dal punto di vista informatico e che gli aggiornamenti siano forniti sempre agli utenti. Solo così un prodotto potrà avere il marchio CE e circolare liberamente nel mercato unico. L’imposizione di tutte queste regole ha un costo importante per l’industria europea. Tuttavia, il costo della criminalità informatica è molto più alto, con una stima di 5,5 trilioni di euro nel 2021. Affrontare il tema fin dall’inizio del processo produttivo non solo proteggerà l’economia e gli interessi finanziari dell’Europa, ma darà anche alle aziende un margine competitivo rispetto ai concorrenti globali.

Come è successo con il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), il Cyber Resilience Act può diventare punto di riferimento globale. Per far sì che il CRA sia una storia di successo, servirà investire anche sulle competenze, per rafforzare il numero di professionisti nell’ambito della cybersicurezza, per creare anche una cultura digitale di base molto più avanzata. L’Europea ha messo in campo le condizioni per renderci più sicuri: adesso tocca a ciascuno di noi fare la propria parte affinché questa nuova guerra ibrida non trovi terreno fertile.

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Toscano di Pelago in provincia di Firenze ed europeista da sempre. Classe’66, laureato in Scienze Politiche e deputato al Parlamento Europeo per Italia Viva nel gruppo Renew Europe. A Bruxelles dal 2014 e prima Consigliere Comunale, Vicesindaco e Consigliere Regionale. Padre di 3 figli e scout, in politica e nella vita.