Il titolo di campione europeo conquistato a Roma lo ha riportato in vita, incoraggiato, e proiettato verso le Olimpiadi, dove tre anni dopo cercherà di confermare l’oro vinto Tokyo. Nella Capitale il tempo sui 100 metri non era stato un granché (10”02), ma era bastato per il gradino più alto del podio: posizione che ha fruttato autostima, e che nemmeno dieci giorni dopo gli ha senz’altro permesso si presentarsi a Turku, in Finlandia, nel meeting Paavo Nurmi per sfoderare la stoffa del campione.

I due tempi sotto i 10

Jacobs c’è. Gli infortuni se li è lasciati alle spalle. Lo dimostrano i 70 minuti di questa sera con cui ha messo a segno due tempi, tra semifinale e finale, da finalista olimpico. Prima il 9”99, poi un ottimo 9”92 (ottenuto con vento +1,4). Un tempo che vale il pass per Parigi, Quest’ultimo è il suo terzo in carriera dopo i 9”80 e i 9”85 dell’Olimpiade di Tokyo di tre anni fa, e anche il quinto miglior risultato stagionale dietro Omanyala (9”79), Seville (9”82), Lyles (9”85) e Montoya (9”90).

Chituru Ali alle sue spalle

E le notizie per gli azzurri sono ancora più belle. Così come a Roma, Chituru Ali dimostra di poter competere. Era finito alle spalle di Marcell con un 10”05, e oggi si è confermato il secondo miglior italiano dietro lo sprinter di Desenzano con 9”96, entrando nel club dei tre italiani a scendere sotto il numero della doppia cifra (assieme a Tortu).

“Era quello che avevo pronosticato – ammette Jacobs -. Poteva arrivare una conferma e così è stato, passo dopo passo, gara dopo gara. Sono contentissimo per il mio tempo, ma allo stesso tempo anche per Chituru Ali che ha fatto veramente un’ottima gara: io mi sento un po’ suo fratello maggiore. Questo è solo l’inizio di una grande stagione”, ha concluso con speranza Marcell.

Redazione

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