Più Movimento 5 Stelle che Terzo Polo. Nel borsino delle possibile alleanza del ‘nuovo’ Partito Democratico a guida Elly Schlein, la bussola punta verso i pentastellati di Giuseppe Conte. Lo dice chiaramente Francesco Boccia, neocapogruppo dei Dem al Senato e eletto “per acclamazione” nella giornata di lunedì nonostante i malumori delle aree riformiste del Pd, in particolare tra gli ex renziani guidati da Lorenzo Guerini.

Il senatore pugliese è stato ‘ricompensato’ dalla giovane segreteria col posto di capogruppo al Senato, dove i giochi sono più complicati per la maggioranza Meloni, potendo contare su numeri più risicati.

È lì, a Palazzo Madama, che Boccia può puntare a rinsaldare l’asse giallorosso del secondo governo Conte, quando Boccia era tra i più fermi sostenitori dell’alleanza con i grillini assieme all’allora gruppo dirigente Dem, capeggiato dall’ex segretario Nicola Zingaretti.

E la dottrina Boccia riemerge chiaramente nelle parole concesse a La Stampa, dove il neocapogruppo pur sottolineando che “le alleanze si fanno prima sulle visioni comuni e poi sui programmi”, e che il Pd “non pone condizioni ad escludere”, rimarca anche la difficoltà di pensare ad un percorso comune col Terzo Polo di Azione ed Italia Viva perché “a giudicare dalle posizioni critiche espresse da Calenda e Renzi mi sembra complesso”.

Secondo ‘Ciccio’ Boccia “in Parlamento occorrerà uno sforzo di comprensione e dialogo per mettere in difficoltà la destra. Ci proveremo. Giuseppe Conte è una persona seria e intelligente: penso non ipotizzi alcuna concorrenza ma voglia solo aggregare quante più forze possibili. Mi sembra evidente che la posizione del Pd e quella di M5s abbiano punti di convergenza”, spiega il senatore Dem con una decisa apertura ai pentastellati.

Il nostro obiettivo è diventare il partito di maggioranza che fa da magnete per tutte le forze politiche progressiste alternative alle destre. Non facciamo corse sugli altri“, aggiunge. In merito al suo nuovo ruolo e al fatto che Lorenzo Guerini abbia parlato di “forzature“, gli viene chiesto perché non è stato lasciato un capogruppo ad un rappresentante dell’area che fa capo a Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna e sfidante di Schlein alle primarie democratiche.

Non c’è stata nessuna forzatura – sottolinea Boccia -. Semplicemente la segretaria non considera i capigruppo come merce di scambio ma ritiene che queste figure debbano assicurare continuità alla linea politica nazionale, collegata agli impegni che lei stessa assume nelle piazze, nel paese“.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia