Elly Schlein è volata a Bruxelles per incontrare Paolo Gentiloni. Non parleranno solo di Pnrr e di Europa, c’è da scommetterci. Il commissario all’Economia, tra i fondatori del Pd, ne è stato Presidente fino a tre anni fa. A due settimane dalla sua elezione, Schlein deve trovare la quadratura del cerchio per i nuovi incarichi ai vertici dei gruppi di Camera e Senato e dare prova di come saprà tenere unito e coeso il nuovo Pd. I nomi che circolano da giorni sono quelli di Francesco Boccia per il Senato e di Chiara Braga per Montecitorio. Almeno fino a ieri. Perché poi una telefonata con Stefano Bonaccini ha suggerito un supplemento di riflessione.
La gestione unitaria consiglierebbe equilibrio. I parlamentari dem, al netto dei riposizionamenti, sono stati eletti mesi prima del ciclone Schlein e sono per la maggior parte legati ad aree pregresse. Bonaccini, presidente del partito, è espressione dei congressi degli iscritti e ieri ha puntato i piedi per chiedere un accordo 1 a 1. Il Senato andrebbe alla Schlein, la Camera a Bonaccini, in sostanza. Anche individuando figure di garanzia, di provata esperienza e di stima trasversale. Un profilo che corrisponde a un nome su tutti: quello di Debora Serracchiani, capogruppo dal 30 marzo 2021 poi riconfermata alla partenza della nuova legislatura. “Si arriverà a un accordo la prossima settimana”, fanno filtrare dal Nazareno. Dialettica, ma nessuna tensione. Prende corpo il partito nuovo: dopo aver individuato i capigruppo sarà la volta dell’ufficio di presidenza dei gruppi, dove i “bonacciniani” potrebbero trovare posto.
E poi Schlein dovrà varare la Segreteria, forte dei “compagni di viaggio” della campagna elettorale: Marco Furfaro, Marco Sarracino, Stefania Bonaldi, Alessandro Zan, Alfredo D’Attorre, Marta Bonafoni, Antonio Misiani, Michela De Biase, Peppe Provenzano e Sandro Ruotolo. E Chiara Braga, che sarebbe perfetta come responsabile green se saltasse la sua corsa a Montecitorio. Anche qui, la conversazione con Gentiloni potrebbe portare consiglio: nell’ottica dell’unità, potrebbero trovare posto anche personalità dell’area Bonaccini, sospinta da Iniziativa Democratica di Fassino e da Base Riformista. Tra i papabili ci sono Pina Picierno, Alessandro Alfieri, Andrea Rossi ed Elisabetta Gualmini. E proprio ieri uno dei fedelissimi di Gentiloni, Filippo Sensi, è entrato in Senato, subentrando a Bruno Astorre. Nel Terzo Polo intanto si comincia a notare più di qualche increspatura.Il partito unico deve prendere una strada: da precisare il come, prima del quando. Carlo Calenda, ospite di Floris a La7 dice: «Abbiamo chiesto tutti a Renzi di fare un passo indietro. E famoje fa’ sto passo indietro».
Floris gli replica: «Lo sa com’è fatto Renzi, fa un passo indietro e quattro avanti». E Calenda: «Ma non sa come sono fatto io. Sono piuttosto diretto, patti chiari e amicizia lunga». Il leader di Italia Viva ieri gli ha risposto indirettamente, via Enews: «Nessun disimpegno, vedrete. Diamo una mano a Calenda e a altri amici a costruire il Terzo polo (che non si chiamerà così), abbiamo un sacco di sogni da costruire. Dobbiamo tutti dare una mano per fondare il partito nuovo entro questo autunno». Questa sera alle 21 ha convocato una assemblea digitale collegando in call tutto il gruppo dirigente di Iv, gli eletti locali, i sindaci, i segretari provinciali del partito “per dare lo sprint finale al percorso del partito unico”. Niente passo indietro, dunque. Semmai due avanti e uno di lato: la mossa del Cavallo. Come il titolo del libro con cui nel 2020 raccontava la scommessa del suo partito.
L’Assemblea congiunta dei Gruppi di Camera e Senato, alla presenza della Segretaria Elly Schlein, è convocata per lunedì 27 marzo alle ore 17 in presenza presso la sala Berlinguer. Sarà quella l’occasione per dare vita al partito unitario, confidano i parlamentari.
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