La seconda giornata del XIX congresso nazionale della Cgil si è aperta ieri all’insegna del confronto di idee sul lavoro che cambia. Quel lavoro che “crea futuro” – come recita il titolo dell’assise del sindacato – o che almeno dovrebbe crearlo. Lavoro di qualità. Stabile. Per tutti. Gli slogan lasciano spazio alla dialettica tra i quattro leader delle opposizioni che sul palco riminese provano a parlarsi e a tracciare un percorso comune.

Una prima volta davanti al grande pubblico per la segretaria del Pd Elly Schlein che dialoga con il padrone di casa Maurizio Landini insieme a Giuseppe Conte, Carlo Calenda e Nicola Fratoianni. Schlein è in stato di grazia, alla prima settimana dalla proclamazione. L’abbraccio con i delegati è corale, l’accoglienza al Palacongressi calorosa: la applaudono, la fotografano, la fermano per una serie quasi infinita di strette di mano. L’effetto Schlein che nel Partito democratico ha portato nei sondaggi un +2,5% e un boom di iscrizioni per il tesseramento prende forma nell’ascolto attento della platea. In quel silenzio che incornicia il suo intervento, stimolato dalle domande di Lucia Annunziata. L’uditorio è attento e esigente: gli addetti ai lavori qui sono addetti al lavoro. E non si può rimanere sul vago: l’agenda sociale che ha premiato Elly Schlein deve declinarsi adesso in una road map di impegno parlamentare preciso sui temi quali il salario minimo, il nuovo welfare, la lotta al precariato. La neo segretaria lo capisce e rilancia con un appello al dialogo agli altri leader.

Un rapporto che vorrebbe trasferire “nelle piazze”. E se può servire, anche in conclave progressista: “Dobbiamo costruire un’alternativa: diamoci un appuntamento fuori, lontano dalle telecamere. Possiamo fare insieme un ragionamento di contenuto e di merito. Chiudiamoci in una stanza, non usciamo fino a notte fonda, ma poi qualcosa da fare insieme la troviamo piuttosto che far vincere di nuovo quegli altri”. Il primo caposaldo è il salario minimo, un tema che il nuovo Pd sottrae alla propaganda grillina. L’idea del fronte comune è subito accolta con favore dal segretario di Sinistra italiana. “Io comincerei subito, siamo già in ritardo”, le risponde Fratoianni. A quel punto si concede anche Conte. Il leader M5s propone agli ex alleati un patto “su istruzione, sanità, lavoro e rilancio produttività, lotta alle disuguaglianze”. “Il tutto in una visione ecologica”, puntualizza, avendo come “stella polare i valori costituzionali”.

La novità di Elly Schlein ha spiazzato Conte (ieri YouTrend fotografa l’ulteriore calo dell’1.1%) che starebbe approntando una serie di iniziative per attrarre il mondo delle partite Iva, che in qualche caso sono anche professionisti ma che rimangono i nuovi precari, quando non i nuovi poveri. Prende le distanze invece Carlo Calenda:Un confronto sul merito deve esserci sempre, non c’è mai una preclusione ideologica”, premette Calenda. Ma con Pd e M5S non vede futuro, “Ci divide la politica estera, il sostegno all’Ucraina”, affonda. E partono i primi fischi. Calenda capisce che aria tira: “Questo non è un comitato di liberazione nazionale, siamo in democrazia. Ci sono punti che ci dividono profondamente e altri su cui possiamo lavorare insieme e abbiamo il dovere di farlo”, conclude per rasserenare. Gli applausi sono tutti per Schlein, come sottolinea lo stesso Landini.

“Quel filo che si era interrotto”, il rapporto tra sindacato e partito,adesso può ripartire”. Sul lavoro, si rinsalda anche il rapporto tra Pd e socialisti spagnoli. Il “modello spagnolo” di cui Schlein aveva parlato nella sua campagna per le primarie prende forma in carne ed ossa: a Rimini è arrivata la ministra del lavoro del governo socialista di Madrid, Yolanda Diaz. “È di esempio e ispirazione il lavoro che la ministra Diaz sta facendo per contrastare la precarietà e il lavoro povero, per limitare i contratti a termine, così come il lavoro che hanno fatto per innalzare il salario minimo, che lì esiste già, mentre qui stiamo discutendo e ancora lottando per ottenerlo, e anche sulle prospettive di regolazione delle nuove tutele del lavoro digitale”.

La Diaz rilancia su Twitter: “Che gioia incontrarti, Elly Schlein!”. Al congresso arriva la notizia che infiamma Parigi: Macron con un colpo di mano ha bypassato il Parlamento e fatto approvare la contestata riforma delle pensioni. I francesi sono scesi in piazza decisi a una protesta a oltranza. Se ne parlerà ancora oggi. Quando dal palco riminese parlerà, per la prima volta, una premier di destra: Giorgia Meloni.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.