“Quando ero ragazzo, il disastro di cui ci si preoccupava di più era la guerra nucleare”. Inizia così il TedX tenuto da Bill Gates nel 2015. Allora Gates era scottato dalla recente epidemia di Ebola, e nelle sue parole si intravede una certa profezia che, guardando all’oggi, si è avverata. “Temevamo la guerra nucleare, ecco perché tutti in cantina avevamo un barile pieno di lattine di cibo e acqua. Quando l’attacco nucleare sarebbe arrivato, dovevamo scendere, accovacciarci e mangiare dal barile. Qggi il più grande rischio di catastrofe globale non è più la bomba atomica, è più simile a questo”. E sullo schermo compare l’immagine al microscopio del germe dell’influenza molto simile a quello a cui siamo abituati del coronavirus.

“Se qualcosa ucciderà 10 milioni di persone, nei prossimi decenni, è più probabile che sia un virus altamente contagioso piuttosto che una guerra. No missili, ma microbi. In parte il motivo è che abbiamo investito cifre enormi in deterrenti nucleari. Ma abbiamo investito pochissimo in un sistema che possa fermare un’epidemia. Non siamo pronti per la prossima epidemia”.

E passa a parlare del caso dell’Ebola. “Il problema non era che il sistema non funzionava. Il problema era l’assenza totale di un sistema. Di fatto, mancano alcuni elementi chiave abbastanza ovvi. Non avevamo un gruppo di epidemiologi pronti a partire, che sarebbero andati, avrebbero controllato il tipo di malattia e il livello di diffusione. I rapporti sui casi sono arrivati tramite i giornali. Sono stati messi online con molto ritardo ed erano estremamente imprecisi. Non avevamo un team medico pronto a partire e non avevamo nemmeno un modo per preparare la gente”.

Gates racconta come nel 2014, il mondo ha dunque evitato un terribile scoppio globale dell’Ebola, grazie a migliaia di operatori sanitari disinteressati – e, francamente, grazie ad un fortissimo in bocca al lupo. Con il senno di poi, sappiamo cosa avremmo dovuto fare di meglio. “Allora avremmo potuto ad esempio prendere il sangue dei sopravvissuti, filtrarlo e mettere quel plasma nelle persone per proteggerle. Ma non è mai stato tentato. Sono mancate molte di queste cose. Ed è stato un fallimento globale. La WHO viene finanziata per monitorare le epidemie, ma non per fare le cose che vi ho detto”.

“La mancanza di preparazione potrebbe permettere alla prossima epidemia di essere terribilmente più devastante dell’Ebola”. Per Gates il motivo per cui si è riusciti a contenere l’ebola è perché ci sono stati molti operatori sanitari eroici che hanno trovato le persone e hanno prevenuto altre infezioni. E poi perché l’ebola non si trasmette per via aerea, le persone contagiate stanno così male da essere costrette a letto e poi non è mai arrivato nelle aree urbane fermandosi all’Africa. “la pèrossima volta potremmo non essere così fortunati. Può essere un virus in cui ci si sente abbastanza bene anche quando si è contagiosi, tanto da salire su un aereo o andare al mercato”.

Il discorso di Bill Gates sembra una profezia annunciata quando dice: “Ci sono cose che potrebbero rendere la situazione mille volte peggiore. Vediamo il modello di un virus che si diffonde per vie aeree, come l’influenza spagnola del 1918. Si diffonderebbe nel mondo molto rapidamente. Vedete che più di 30milioni di persone sono morte in quell’epidemia”.

Dice che bisogna preparare personale sanitario efficiente, pronta a partire con le esperienze giuste, affiancare i  medici ai militari. Dice che bisogna fare delle simulazioni “sui germi, non di guerra, per vedere dove sono le lacune”. “E infine servono più ricerca e sviluppo nell’area dei vaccini e della diagnostica. Non so quanto potrebbe costare questa operazione ma sono certo che sia molto basso rispetto al potenziale danno”. E cita le stime della Banca Mondiale che se ci fosse un’epidemia di influenza mondiale la ricchezza globale si ridurrebbe di più di 3 trilioni di dollari.E ci sarebbero milioni e milioni di morti. Per Gates se fatte in tempo queste misure avrebbero anche aiutato il mondo a sopperire a tute le disuguaglianze anche per il sistema sanitario.

Quindi, ora è il momento, suggerisce Bill Gates, di mettere in pratica tutte le nostre buone idee, dalla pianificazione degli scenari alla ricerca sui vaccini fino alla formazione degli operatori sanitari. E di utilizzare tutte le tecnologie a nostra disposizione. Per Gates già 5 anni fa si doveva iniziare a prepararsi a qualcosa come i soldati quando vanno in guerra.  “Non c’è bisogno di andare nel panico … ma dobbiamo andare avanti. Dobbiamo muoverci perché il tempo non è dalla nostra parte. Se ci muoviamo adesso, potremmo essere pronti per la prossima epidemia”. Forse l’epidemia di ebola è stata dimenticata con troppa fretta, fatto è che ai tempi del Coronavirus siamo arrivati molto impreparati.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.