Le proteste
La rabbia degli imprenditori: “Orari improponibili, così non c’è rilancio”
“Il governatore pone un problema giusto: evitare gli assembramenti. Ma offre una soluzione che è semplice dal suo punto di vista ma penalizzante per le imprese e per tutti”. Il presidente di Confcommercio Campania, Pasquale Russo, ribadisce il no della categoria all’obbligo per bar, gelaterie e locali notturni di chiudere alle 23. “Abbiamo scritto al presidente De Luca e attendiamo che risponda. Gli abbiamo chiesto un incontro per discutere delle soluzioni possibili affrontando il problema senza penalizzare le imprese che già pagano le conseguenze di tre mesi di chiusura – spiega Russo – Inoltre il discorso non riguarda soltanto la movida, perché la chiusura alle 23 è imposta anche alle gelaterie, eppure ce ne sono di storiche che sono anche attrazioni turistiche, perché devono chiudere alle 23?”.
Per gli imprenditori i limiti imposti dal presidente della Regione Campania sono eccessive. “È legittimo che De Luca intervenga con provvedimenti per il bene della collettività, e lo ringraziamo per questo, ma se questi provvedimenti devono pagarli le imprese sulla propria pelle non va bene”. Russo ricorda lo sforzo economico ulteriore che gli imprenditori hanno affrontato per modificare gli spazi e la gestione della clientela in modo da rispettare le linee guida e evitare assembramenti: “E poi arriva l’ordine di chiudere alle 23, che senso ha?”, è l’interrogativo che pongono i gestori dei locali campani. Sono circa 10mila in tutta la regione: ogni attività, tra stagionali, camerieri e gestore, impiega quattro persone. “E molti di questi lavoratori stagionali non percepiscono alcun sussidio – spiega il presidente di Confcommercio – perché non fanno parte della filiera del turismo.
Ora serve l’impegno delle istituzioni per tirarci fuori da questa situazione. Chiudere non è difficile ma gestire la ripresa dell’economia è la vera sfida in cui farà la differenza l’amministratore più capace e illuminato”. “Non si evitano gli assembramenti chiudendo i locali alle 23 – spiega Aldo Maccaroni, presidente dell’associazione Chiaia Night – I giovani iniziano a uscire di casa alle 22 e l’alcol lo comprano nei supermercati dove lo pagano anche meno”. E a riprova di questa tesi cita quanto accaduto l’altra notte in via Aniello Falcone dove, chiusi i locali alle 23, i giovani si sono intrattenuti in strada continuando a chiacchierare, fumare e bere. “Avremo ospiti ostaggi di limiti orari che non favoriscono la fruizione completa del territorio”, ragiona Agostino Ingenito, presidente di Abbac.
Anche l’associazione dei bed & breakfast ha scritto a De Luca per manifestare le preoccupazioni in vista della riapertura, visto che la Regione non ne ha ancora chiarito le modalità, e sollecitare iniziative per promuovere il turismo di prossimità. L’Abbac ha una proposta. “L’idea – afferma Ingenito – è di utilizzare i fondi per gli eventi culturali per una piattaforma e creare dei voucher che, a differenza dei bonus vacanza, siano integrativi e spendibili subito in modo da incentivare il turismo e dare così respiro al settore”.
© Riproduzione riservata








