Bettino Craxi resta ancora un argomento tabù, almeno per la prima serata di Rai3. La terza rete pubblica e il suo direttore Franco Di Mare, già nella bufera per il ritorno di Mauro Corona a Cartabianca e il ritiro della querela al rapper Fedez, deve affrontare un nuovo caso.

La bufera questa volta arriva dall’improvvisa cancellazione del film “Hammamet”, previsto nel prime time di venerdì 1 ottobre su Rai3, ampiamente annunciato nei giorni precedenti con gli spot a tutte le ore, ma sostituito all’ultimo momento dal film “Arrivano i prof”.

Il film di Gianni Amelio, che racconta gli ultimi mesi di vita dell’ex presidente del Consiglio socialista in Tunisia, dopo esser stato travolto da Tangentopoli, non è dunque andato in onda.  Una pellicola di qualità e pluripremiata, con Pierfrancesco Favino ad interpretare Craxi che per quel ruolo ha vinto un Nastro d’Argento e il Premio Flaiano. Dunque, perché il ‘no’ improvviso?

In una nota diffusa a polemiche ormai già furenti, la Rai ha spiegato che la messa in onda di ‘Hammamet’ è stata spostata “nell’ambito di una normale attività di modulazione del palinsesto” e che sarà trasmessa il 26 novembre prossimo.

Ad evocare la “censura” è invece il figlio di Bettino Craxi, Bobo, candidato a Roma a sostegno di Roberto Gualtieri. E non a caso c’è chi evoca la vicinanza con le elezioni del 3-4 ottobre dietro lo stop ad “Hammamet”: una motivazione dubbia, dato che la data del voto è nota da mesi e che la Rai poteva tranquillamente mandare in onda il film dopo le elezioni.

Sempre Bobo Craxi non risparmia accuse pesanti a Di Mare, definito su Twitter un “grillino” che “pensa di pensa di essere il Direttore dell’EIAR”, “voce” del fascismo per gran parte del ventennio.

Per Bobo Craxi il presunto nesso con le elezioni non regge: “Qual è il nesso fra la messa in onda di un film che romanza una vicenda storica di un uomo di Stato che hanno già visto oltre un milione di italiani e la candidatura  di un suo discendente? Mi sfugge. Rai3 ha operato una imbarazzante censura”, denuncia il candidato socialista a Roma.

Craxi che si rivolge quindi direttamente al direttore di rete, Franco Di Mare, denunciando la censura “da regime sovietico e franchista” e annunciando che si rivolgerà “alla commissione di vigilanza Rai per capire le ragioni di questa censura”.

A sostenere le istanze di Craxi c’è anche Riccardo Nencini, senatore del Psi e presidente della commissione istruzione e cultura del senato: “Ci sta una bella interrogazione parlamentare oltre al coinvolgimento della Commissione di Vigilanza Rai. Semplice e diretta: perché? Elezioni alle porte? Si sapeva da mesi. A proposito: Fedez da Fazio domenica parlerà di Orietta Berti? Un Craxi candidato? Si sapeva da tempo. Film sovversivo? Ma per piacere. L’Italia rigurgita di saluti fascisti, inneggiano a Hitler, i moralisti della Bestia si scoprono peccatori e la Rai che fa? Censura un bel film”.

E a proposito di vigilanza Rai, sul caso ‘Hammamet’ è intervenuto anche il segretario della commissione, Michele Anzaldi. Il deputato di Italia Viva parla della cancellazione del film dalla prima serata di Rai3 come “ennesimo caso di sciatteria da parte della Tv pubblica, in questo caso duplice visto che, a partire dalla scelta del canale su cui trasmetterlo, è anche controproducente economicamente”.

Parlando al sito vigilanzatv Anzaldi ricorda che il film di Gianni Amelio “è uscito nelle sale il 9 gennaio 2020, due mesi prima del lockdown e ha incassato nel primo giorno di programmazione 194.890 euro chiudendo al secondo posto del botteghino. Alla fine della prima settimana aveva sfiorato i due milioni e mezzo di euro diventando il miglior incasso di sempre per il regista Gianni Amelio. In totale, malgrado la chiusura dei cinema per il Covid-19, si è classificato al 21º posto dei film più visti nella stagione italiana 2019/2020, superando i 6 milioni e mezzo di incasso, finora. E non solo la Pay Tv lo ha pagato 1.250.000 euro; nel mercato degli home video (che è in crisi) ha incassato 120.000 euro, e 1.200.000 persone, nonostante la pandemia, sono andate nelle sale a vederlo. E invece la Rai generalista lo svende così! Ancor più grave il fatto che la Rai è anche co-produttrice, quindi anziché pensare a rientrare delle spese di produzione, lo ‘svende’ su Rai3 invece di programmarlo su Rai1. La cosa grave è che alla Rai se ne siano accorti solo poche ore prima della messa in onda del film già annunciato da giorni, e con la data delle elezioni nota da molti mesi. Possibile che, con tutti i direttori, vicedirettori, capistruttura, e così via, pagati profumatamente dal canone, nessuno alla Rai abbia saputo controllare?”.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia