Verso l'8 marzo
La scalata dei libdem verso il 2027, Marcucci: “Partito unico aperto anche all’ex Terzo Polo”
“C’è tanto entusiasmo, partecipano molti giovani. Nessun pregiudizio, ma siamo lontani dal bipolarismo” afferma l’ex deputato dem

Sabato 8 marzo dall’unione delle associazioni Orizzonti Liberali, Nos Italia, Libdem Europei e Liberalforum nascerà un nuovo partito liberaldemocratico. Abbiamo incontrato Andrea Marcucci, ex deputato del Partito democratico e oggi presidente dei Libdem, in vista dell’evento in cui verranno rivelati nome e simbolo del nuovo soggetto politico e durante il quale verrà eletto il presidente del partito.
Marcucci, ci siamo: tra pochi giorni nasce il nuovo partito dei liberaldemocratici. Come è andato il lavoro finora?
«Abbiamo messo insieme le provenienze e le idee di quattro associazioni. È stato un lavoro concreto, aiutato dal fatto che condividiamo una visione del mondo simile. Un dato, tra gli altri: l’attuale bipolarismo, destra-sinistra, non rappresenta affatto la totalità del paese».
Perché avete ritenuto che i tempi fossero maturi per questo soggetto politico?
«L’accelerazione del quadro internazionale esalta i limiti del contesto politico italiano. Guardi a quello che è successo ieri con la proposta della presidente della Commissione europea di investire 800 miliardi per la Difesa: di fatto tante timidezze sia nelle fila di Giorgia Meloni che in quelle di Elly Schlein. Noi crediamo invece che sia una straordinaria occasione per fare l’esercito comune, e comunque anche l’unica risposta possibile al ciclone Donald Trump. Lo stesso ragionamento potrei farlo per l’Ucraina: sia la destra che la sinistra sono impossibilitate a prendere una chiara posizione di sostegno al paese aggredito da Vladimir Putin».
Che ruolo dobbiamo aspettarci lei rivestirà nel nuovo partito?
«Ho partecipato alla costruzione del partito liberaldemocratico con molto entusiasmo, mi accontento anche portando il mio semplice contributo di idee. Come militante. Non è necessario un incarico per fare politica. Detto questo, lo deciderà il congresso di giugno».
Siamo nel 2025: cosa farete in questi due anni per arrivare pronti al primo vostro appuntamento elettorale e cioè alle politiche del 2027?
«Il lavoro di chi dice la verità, anche nel caso in cui fosse scomoda. Faremo opposizione senza pregiudizi ideologici e senza il timore di apparire collaterali agli uni e agli altri. Io ho già detto la mia: sono molto favorevole alla separazione delle carriere, quindi mi auguro che l’iter della riforma costituzionale prosegua senza inciampi. Altresì sono stato per diverse legislature il primo firmatario di disegni di legge sul fine vita, e in questo caso spero che le barriere del centrodestra possano finalmente venire giù. Sulle tasse la Meloni diceva di volerle abbassare e invece sono aumentate, come si evince dai dati pubblicati di recente. E credo sia una sciagura per le imprese e per le famiglie».
Tra 2 anni si torna al voto. Se il quadro politico resta questo, il bipolarismo sarà predominante e costringerà tutti ad alleanze per contare. Da che parte starete?
«La legge elettorale dal 2022 non è cambiata. Con questo sistema, comunque, Azione e IV hanno sfiorato l’8% con liste costruite all’ultimo minuto. Partiamo con la voglia di essere misurati ma anche in questo caso prevale l’assenza di pregiudizi. Parleremo con tutti».
I passati tentativi di unione tra i liberali sono falliti. Perché il vostro progetto dovrebbe avere un esito diverso?
«Vengo dall’esperienza che feci nel Partito liberale nel 1992, e dalla lunga traversata post Tangentopoli fatta da tutte le formazioni liberaldemocratiche. Non ho la sfera di cristallo, ma nella Costituente che faremo l’8 marzo vedo un entusiasmo diverso e la partecipazione di tantissimi giovani. Il fallimento del Terzo Polo paradossalmente ha convinto ancora di più una parte dell’elettorato: in questa situazione serve il rigore dei liberali».
Tanti partiti si professano libdem. Insomma, sin dal primo giorno di lavoro avrete una forte concorrenza. Come vi distinguerete? E poi, che dialogo avrete con gli altri liberali? Ad esempio con Azione…
«Non vedo molta concorrenza, se non Forza Italia. Il partito di Antonio Tajani però fa una battaglia legittima quanto difficile all’interno del centrodestra. Ovvero con Giorgia Meloni e Matteo Salvini, che tanti spazi alle opzioni forziste non sembrano disposti a cedere. Nel centrosinistra vedo un comando molto spostato a sinistra, tra Elly Schlein, Giuseppe Conte e Alleanza Verdi e Sinistra. Quanto ai partiti dell’ex Terzo Polo, lo dico da mesi, per loro le porte sono sempre aperte».
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