Sono giunte diverse centinaia di messaggi in risposta all’articolo che ho pubblicato ieri sulla sinistra, l’Occidente e la pace. Ringrazio tutti per l’attenzione, le critiche, le sollecitazioni, gli spunti di riflessione, cui risponderò anche in privato. Pubblichiamo qui una piccola parte dei messaggi (per evidenti esigenze editoriali sono quelli più brevi, non ce ne vogliano tutti gli altri…) che testimoniano sensibilità, approcci diversi, voglia di discutere su tematiche attualissime e cruciali.

Grazie Claudio, hai fatto benissimo. Bella e preziosa l’intera ricostruzione storica e giusta la scudisciata odierna. Non c’era spazio nel tuo articolo, ma, solo per piccolo conforto rispetto al percorso storico della sinistra italiana, tre punti. La frase di Berlinguer sulla NATO forse aveva anche un profilo di autenticità personale alla luce dell’attentato di cui era stato vittima in Bulgaria. La difficile e minoritaria posizione di mio padre – che ricordo anche nel mio libro di storia famigliare – durante il congresso fondativo del PDS a sostegno della legittimità della missione ONU nel Golfo e della partecipazione italiana, con un discorso interrotto da fischi e solo alla fine applaudito. La posizione di D’Alema come presidente del Consiglio per l’intervento a tutela del Kosovo, che naturalmente ben conosci per esperienza diretta. Un abbraccio e a presto.

Giulio Napolitano

 

Non sono mai stato di sinistra, ma democristiano. La tua analisi è perfetta di fronte a tanta ipocrisia: la piazza di sabato ne era l’immagine plastica.

Giuseppe Molinari

 

D’accordo sulla tesi di fondo. Due osservazioni: 1. La posizione di Berlinguer sull’ombrello NATO non credo fosse opportunistica, ne era convinto, specie dopo che a Sofia avevano cercato di fargli la pelle. Fu lì che collocò il PCI nell’Occidente, che si espresse anche sul caso Moro, pur con la retromarcia dopo il terremoto. 2. Giusta la critica alle ambiguità della manifestazione di Serra, ma non sottovaluterei il valore comunicativo delle trentamila bandiere dell’Ue. 3.⁠ ⁠A latere. Avrei detto qualcosa sulla posizione surreale della Schlein (ottimo il riferimento al 1913-15) che dice che vuole l’esercito europeo ma è contro il suo armamento.

Luigi Gravagnuolo

 

L’anti-occidentalismo è la malattia infantile della sinistra. Perciò io non ho mai aderito al PCI che ne era permeato. Il problema è che questo pacifismo è condiviso da gran parte di comunisti o ex, da fascisti da cattolici. Cioè dal popolo.

Sebastiano Maffettone

 

Il ragionamento parte da premesse interessanti. Ovvero il fatto che riformismo e sinistra dovrebbero essere sinonimi quando invece sono diventati elementi confliggenti. Ed anche l’analisi storica è totalmente condivisibile: la contrapposizione pelosa del movimentismo pacifista che aveva portato di fatto a uno schieramento supportato in modo strumentale dall’Unione Sovietica. Però il paragone con l’oggi non regge. Trump non è uno stratega che cerca di riequilibrare i pesi della geopolitica, è semplicemente un negoziatore di affari.

Riccardo Capecchi

 

Una ventata di verità omesse, negate o manipolate. Un articolo che spero incida sulla memoria.

Paolo Guzzanti

 

Ho posizioni molto diverse dalle tue sulla questione, ma mi trovo d’accordissimo con il paradosso finale su Trump che forse farà la pace, o un suo simulacro, ma non potrà mai piacere ai pacifisti. Grande è la confusione sotto il cielo ma forse la situazione non è eccellente…

Giorgio Mottola

 

Credo che in un sistema capitalistico liberale, la pace non sia un’idea, ma una necessità strategica da finalizzare allo sviluppo. Come tale non è un merito morale, ma un’abilità politica. Il problema è quanto pensiamo di poter fare colazione con la morale, piuttosto che con il capitale. La storia insegna che le diete fanno male.

Mario Marchi

 

Condivido dalla prima all’ultima parola da te scritta. Non sono concetti divisivi, è pura e semplice verità storica e politica. Quindi sottoscrivo e mi iscrivo se potessi essere utile a diffondere e moltiplicare il messaggio.

Daniele Renzoni

 

Quando voi eravate pacifisti, noi eravamo già froci.

Francesco Nardi

 

Come spesso succede leggendo i tuoi articoli, tante cose sono condivisibili, altre meno. Probabilmente perché siamo tutti un po’ parecchio confusi.

Francesco Somma

 

Articolo dottissimo che dà conto, e giustamente, dell’arzigogolato percorso del pacifismo nella storia e di chi lo ha tirato per la giacchetta. Alcuni dei discorsi in piazza mi sono sembrati più confusi che consapevoli. Alla fine io sono un rozzo: la verità l’ha spiegata Clint Eastwood nella scena del pranzo tra padre e figli in American Sniper (non faccio spoiler). Grazie per lo spunto di riflessione!

Giuseppe Volpe

 

Il senso di colpa di noi occidentali si rifugia nel pacifismo. Parola quantomai ambigua il cui contraltare è erroneamente identificato in “guerrafondaio”. Io sono un uomo pacifico ma se qualcuno mi minaccia organizzo la mia difesa. Il paradosso del “pacifismo” sorge quando qualcuno, Putin nel caso, sceglie il pacifista come nemico. Io non ho nemici ma c’è qualcuno che ha scelto me come suo nemico.

Marco Padoan

 

Ho spesso pensato che la storia insegni a pessimi studenti (citazione più o meno gramsciana…) ma qualche minuto di ripetizione di un bravo prof va sempre bene!

Francesca Carli

 

La sua analisi è pienamente condivisibile. La retorica buonista e falsamente pacifista è quanto mai subdola. Viene adoperata dalla sinistra, almeno da quella parte che trova radici nel PCI, per scagliarsi a più riprese contro il mondo occidentale, i suoi costumi, le sue eredità. Si sa: per la sinistra il liberalismo occidentale, che trova fondamento nelle radici greco-romane e in quelle cristiane, è il principale nemico da combattere. Non si accettano la centralità dell’individuo, la sua capacità di intraprendere e la possibilità che questo ha di accumulare ricchezza. Si antepongono i veri bellicisti, dichiarati di sinistra, ai The Donald che, tuttavia, coi loro modi, la pace la costruiscono sul serio!

Francesco Di Palma, presidente del gruppo FUCI di Salerno

 

Da antico repubblicano lamalfiano non ho nulla da aggiungere. Salvo forse rimarcare che i pacifinti anti occidentali, presenti dappertutto, sono i due terzi dell’opinione pubblica solo in Italia e solo in Italia i socialdemocratici sono ambigui ed esitabondi (non Starmer, Sánchez, Scholz, Glucksmann), navigando fra Mélenchon, Linke e roba del genere. Fanno eccezione i riformisti che un minimo di combattività sembrano averla trovata…

Carlo Fusaro

 

Molto bello, davvero. L’epilogo lascia l’amaro in bocca, ma (purtroppo) è così. Credo che dei due blocchi contrapposti di questo bipolarismo coatto, quello più in difficoltà sulla politica estera sia quello di governo, proprio perché al governo. Ovviamente non ne prenderanno mai atto e andranno avanti.

Antonio Demitry

 

Analisi lucida e inappuntabile.

Roy De Vita

 

Una boccata di rara onestà intellettuale di prima mattina è un ottimo buongiorno. Complimenti e un abbraccio.

Marco Frittella

 

Eccellente punto di vista interno alla sinistra. Ovviamente, condivido e apprezzo particolarmente l’onestà intellettuale.

Rosa Filippini

 

La mia opinione sintetica è che sbagli a denigrare la piazza europeista. E non perché mi offende ma perché sai meglio di me che le persone non hanno solo interessi ma anche passioni. E se il problema come dici è strutturale – la mancanza di una base di riserve morali e ideali – il lavoro è lungo e da uno straccio di identità europea bisogna iniziare. Poi possiamo anche rimanere a casa convinti di essere gli illuminati.

Luigi Sampaolo

 

Crudo ma realistico perché oggettivo ed intellettualmente onesto. Non sarà gradito dai salotti di Serra, Gruber, Formigli e Floris. Comunque un’ottima rilettura di ciò che è capitato concretamente da quelle parti.

Giorgio Merlo

 

Molto bello. Ricostruzione puntuale, e ovviamente noi più di altri possiamo comprenderla.

Nicola Latorre

 

Una boccata d’aria subito dopo aver ascoltato Landini in TV. Quanto a piazza del Popolo hai ragione, ma non butterei il bambino con l’acqua sporca. In piazza c’erano comunque le bandiere ucraine. E non c’erano leghisti, grillini, centri sociali, rossobruni, pro-Pal: questo basta a rendere quella piazza perlomeno rispettabile.

Antonio Tricomi

 

Continuiamo come fa il tuo giornale a lottare per la libertà e democrazia mai così a rischio nel mondo

Angelo Piazza

 

Un gran pezzo, sono sostanzialmente d’accordo. Mi convince meno il modo con cui liquidi la “svolta” di Berlinguer sull’ombrello Nato. Come scrive Ferrara, gli effetti di quelle parole sono visibili anche oggi. E in effetti mi pare che siano riecheggiati più di quanto crediamo anche a piazza del Popolo. Ho l’impressione che il “popolo del Pd” sia molto più consapevole della necessità di un riarmo di quanto lo siano i leader del partito. Del resto anche il sondaggio di Ilvo Diamanti rivela un elettorato Pd molto più “sul pezzo” di quanto la cortina fumogena di Schlein voglia far apparire. E poi mi pare che l’effetto Trump abbia avuto l’effetto di una sveglia nei confronti di molte delle nostre “anime belle”. Insomma, sono meno pessimista…

Davide Varì

 

Concordo parola per parola con l’analisi storica della strumentalizzazione del pacifismo da parte della sinistra di impianto comunista, ma non con l’omologazione di questa piazza del Popolo a quel modello. Malgrado non poche presenze ambigue, la scelta del progetto federalista di origine socialista è una delle tante tardive ammissioni di colpe passate rispetto alla necessità assoluta di ridare un popolo al progetto degli Stati Uniti d’Europa, che – piaccia o non piaccia Trump – deve restare nell’alveo dell’Occidente. Detto altrimenti, non facciamoci sedurre dai pentimenti tardivi ma adesso proviamo a spiegarne il significato, rispetto ad un europeismo ridotto al lumicino.

Stefano Rolando

 

Molto, molto puntuale e preciso. Mi piacerebbe anche una seconda puntata con l’atteggiamento dei pacifisti nei confronti di Israele, ma so già come la pensi e ti ringrazio per quello che ho letto fino ad oggi.

Sandro Di Castro

 

Ho trovato il tuo pezzo molto ben argomentato. Bene hai fatto a ricordare agli smemorati cosa significhi pace e cosa si trova nel dna di uno che si autocolloca nel quadrante riformista. È soprattutto un problema di cultura. La manifestazione di sabato scorso l’ho letta come l’effetto di pulsioni incerte in un quadro generale nebuloso.

Pino Pisicchio

 

Condivido totalmente il tuo articolo. E come sai non da oggi mi batto contro un pacifismo velleitario e rinunciatario.

Piero Fassino

 

Complimenti per l’analisi lucida e per certi versi (anche) dolorosa… Ho rivisto la mia vita attraverso la tua ricostruzione e, se penso a tutte le volte in cui, in anni lontani, mi sentivo sempre dalla parte del torto, leggendo il tuo articolo mi sono improvvisamente ritrovato in quella del giusto! Mi devo preoccupare?

Antonio Romano

 

Grazie per la sua condivisione. L’errore, a mio parere, è a monte: fare della pace un valore universale. E lo dico pur avendo partecipato nel 2001 alla marcia per la pace Perugia-Assisi. Però anche la pace ha le sue condizioni, un popolo oppresso conserva il diritto “dell’appello al cielo”, un popolo aggredito ha diritto a rispondere. E a fermarsi quando arrivano le condizioni per una pace che conviene a entrambe le parti, altrimenti non è pace ma resa.

Maria Scopece

 

Claudio, condivido tutto e vivo con disagio in un paese infantile, supponente e incattivito.

Giancristiano Desiderio

 

Il tuo pezzo non è lungo e francamente non so se sia divisivo (o se lo è, è perché così vuole che sia la testa di alcuni lettori). È bello, invece. È schietto.

Nicola Rossi

 

Ho letto e condivido. Ho solo due osservazioni terminologiche: neoliberismo è piuttosto diverso dal liberalismo economico classico. Draghi docet. Il termine Occidente non lo uso volentieri perché democrazia e libertà sono in difficoltà, ma sparsi in tante parti del mondo. Pensa alle democrazie asiatiche e anche alle poche africane.

Marco Mayer

 

Condivido pienamente. E da cattolico aggiungo che quel sant’uomo di Don Oreste Benzi mi sfidò, quando ero Ministro, davanti ad una platea adorante di Caschi Bianchi pacifisti, pena rovina del governo, a cancellare le Forze Armate. Ti voglio bene, replicai, e ti dico sì, a condizione che tu possa abrogarmi il peccato originale. Mi guardò e cambiò discorso…

Carlo Giovanardi

 

Ho imparato molto leggendo, specialmente sulla genesi. E hai completamente ragione che per loro l’arrivo di Trump è una manna, il federatore che gli mancava. Fra i colleghi europei la postura italiana in questa fase è incomprensibile. Vasi di coccio ed orgogliosi di esserlo…

Fabrizio Tassinari

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