La piazza per l’Europa, manifestazione lanciata da Michele Serra dalle colonne di Repubblica a cui ha aderito tutto il centrosinistra, è pronta. Ieri, per tutta la giornata, piazza del Popolo ha visto alternarsi i camion dell’organizzazione e i furgoni dei service, alle prese con l’allestimento di un palco da rockstar lungo venticinque metri. Più che “l’appello di Michele Serra” agli osservatori sembra di scorgere un grande investimento, una sana e bella occasione di rilancio per Repubblica.

L’insalata russa in piazza

Proprio questa settimana il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha lanciato la sua nuova campagna – rafforzata da batterie di spot televisivi – che inaugura un restyling grafico con il rosso come nuovo colore di bandiera. Alla manifestazione hanno aderito tutti, dai centri sociali occupati agli eurodeputati, dai Verdi ai moderati atlantisti, e già questo deve far riflettere: perché in quella piazza sembrano destinate a sfilare insieme tendenze molto diverse quanto non contrapposte. Dagli antagonisti filoputiniani ai pacifisti cattolici dell’irenismo, dai “nénéisti” della vecchia Ue disarmata agli Europeisti federalisti dell’esercito comune, dai movimentisti all’Anpi, dalla Cgil a Italia Viva, da Nicola Fratoianni a Carlo Calenda in quell’insalata mista che, stante la richiesta di resa per Zelensky, diventa un’insalata russa.

Da Renzi a Calenda, dai vip ai sindaci, saluta Schlein

La protagonista, suo malgrado, è Elly Schlein. Ritrosa rispetto ai bagni di folla, Schlein dovrà fare un intervento di saluto il più possibile chiaro. Tutti i leader dei partiti di minoranza – eccetto Giuseppe Conte – saranno in piazza del Popolo a Roma per aderire all’appello lanciato sulle colonne di Repubblica da Michele Serra e poi accolto da una folta schiera di sindaci, associazioni e personaggi del mondo dello spettacolo. Non ci sarà il presidente M5s (nettamente contrario al piano della Commissione Ue) determinato a non salire sopra a “un’amaca piena di bombe”, ha detto citando una vignetta di Vauro. Presenti, salvo cambi dell’ultima ora, Elly Schlein (Pd), Carlo Calenda (Azione), Matteo Renzi (Italia viva), Riccardo Magi (Piu’ Europa) e il ‘tandem’ Bonelli-Fratoianni (Avs). «Più diplomazia», «no alla corsa al riarmo dei singoli Stati», «sì a un’Europa libera, forte e armata»: ogni leader di partito dirà la sua per «farsi spazio» e rivendicare la propria idea di Europa, di difesa comune e per indicare la strada migliore per ottenere la pace a Kiev.

Il tutto in un contesto in cui l’ombrello di protezione degli Stati Uniti con la nuova amministrazione Trump – (unica) tesi comune tra i leader delle minoranze – sembra non più così aperto. Un’amaca, tuttavia quella del giornalista di lungo corso, ‘bucherellata’ dalle spaccature interne non solo al centrosinistra ma anche al Pd, partito traino dell’opposizione. Si sfiorerà la rissa? Forse, non è escluso. Certamente sarà complicato far passare una piattaforma univoca, al termine del festoso happening. L’idea che si è fatto Angelo Bonelli è che sia l’ennesima manifestazione per la pace. «Parteciperò alla manifestazione per l’Europa, promossa da Michele Serra e La Repubblica, convinto che abbiamo bisogno di un’Europa forte che costruisca diplomazia per portare la pace e si opponga con gli strumenti della politica ai nazionalismi. L’Europa deve lavorare per la pace. Sarà decisivo rafforzare il welfare, la sanità pubblica e puntare sulle infrastrutture della mobilità, della comunicazione, non sulle armi», ha detto ieri Bonelli. Che poi ha chiarito i termini della sua adesione: «Il Rearm EU da ulteriori 800 mld di euro è pura follia che ci porterà in un’economia di guerra impoverendo l’Europa dal punto vista economico e sociale rendendola più vulnerabile e instabile dal punto di vista sociale e quindi politico».

La piazza che parla di Europa ma…

Il traino di Verdi e Sinistra sulla coalizione sembra ormai senza freni. Nicola Fratoianni è allineato: «Mi auguro una piazza grande in grado di chiedere una Europa in grado di mettere al centro il diritto, i diritti e il welfare. Schlein ha fatto un lavoro positivo e importante», dice dandole idealmente una pacca sulla spalla. Non stupisca: Fratoianni e Bonelli dettano la linea, Schlein rimane prudentemente chiusa nel suo proverbiale silenzio e si accodano, ordinatamente e in buon ordine, Magi, Renzi e perfino Calenda, che pure su ReArm Europe difende l’esatto opposto. La piazza che spiazza parla di Europa ma non ne tiene granché conto: in Europa anche i socialisti francesi, quelli spagnoli e i socialdemocratici tedeschi chiedono a gran voce un piano di Difesa. Per non parlare delle piazze animate, in senso opposto, a Vilnius, a Varsavia, a Berlino e a Stoccolma. Loro sono diversamente europei. E poi, diciamolo: non leggono Repubblica.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.