"La strada gusta" per Hamas
L’accerchiamento poderoso contro Israele: così Kallas e l’asse Francia-UK-Canada fanno felici i macellai del 7 ottobre
Il capo della diplomazia Ue annuncia: “Rivedremo l’accordo con Israele”. E i tre Paesi denunciano le “oltraggiose” iniziative dell’Idf nella Striscia

Era già molto forte la dichiarazione congiunta con cui, l’altra sera, Emmanuel Macron, Keir Starmer e Mark Carney deploravano le “oltraggiose” azioni israeliane nella Striscia di Gaza. Un comunicato politicamente molto aggressivo (poco o nulla impegnato a condannare le responsabilità della controparte belligerante), cui ieri faceva seguito, da parte britannica, la sospensione di importanti negoziati commerciali con lo Stato ebraico e, da parte dell’Unione europea, la prospettazione di analoghe iniziative sul medesimo fronte dei rapporti economici.
L’accerchiamento poderoso contro Israele
Si tratta di un accerchiamento poderoso, che minaccia e in parte già pone in esecuzione sanzioni nei confronti di un Paese, Israele, impegnato su più fronti in un conflitto assai gravoso. La pressione internazionale di cui lo Stato ebraico è destinatario, aggravata da queste ultime e concomitanti iniziative, non tiene conto del fatto che Israele ha revocato il blocco degli aiuti umanitari e ne ha promesso una ripresa regolare secondo un piano rivolto a impedire che finissero nelle mani di Hamas. Né gli attori internazionali di questa accelerazione politico-diplomatica contro Israele hanno mostrato di considerare in qualsiasi modo l’esigenza, sino a qualche giorno fa riconosciuta da più parti, di evitare che nelle maglie delle ipotesi di accordo per il superamento della crisi potesse infilarsi l’ambizione di Hamas di continuare a esercitare il proprio potere sulla Striscia.
“La strada gusta” per Hamas
Non a caso, la reazione israeliana a questa improvvisa adunata di importanti Paesi occidentali ha sottolineato lo scarso interesse che essi dimostrano per il pericolo, tutt’altro che ipotetico, che un allentamento della pressione militare su Hamas possa pregiudicare il raggiungimento dell’obiettivo di neutralizzarne per sempre le capacità offensive. Israele avverte, forse non proprio immotivatamente, che quel suo obiettivo sia solo suo. E non è forse del tutto irrilevante il fatto che il comunicato dell’altra sera del trio franco-anglo-canadese riscuotesse l’entusiastico ringraziamento di Hamas, secondo cui quella disegnata da Starmer, Macron e Carney è “la strada giusta”.
Il cambio di scena – e questo è un fatto – c’è ed è importante. Si tratta della formalizzazione di un sentimento e di un’avversione nei confronti delle politiche israeliane anche prima percepibili, certo, ma mai prima tanto desiderosi di efficacia operativa. È possibile che Israele, ora, si ritenga tanto più in dovere di perseverare solitario, mantenendo la propria determinazione. Sicuramente opera, da ora in poi, contro un fronte ulteriormente allargato.
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