“Caro dolce Alessandro, eccoci qui riuniti in questa oasi di Pace a darti il nostro saluto. Mai avremmo immaginato a darti un saluto così. Eri buono e bravo, te ne sei andato così presto, lasciandoci senza fiato, colpevoli di non aver compreso il tuo malessere. Averti avuto come alunno è stato un dono”. Sono queste le parole di Teresa Barbato, professoressa delle medie di Alessandro, il 13enne di Gragnano morto la scorsa settimana dopo essere precipitato dal quarto piano dell’abitazione dove viveva.

Una folla di amici, familiari e cittadini di Gragnano è accorsa nel chiostro di sant’Agostino per l’ultimo saluto al 13enne. Sulle magliette bianche c’era stampata la foto del ragazzo e la scritta “Alessandro Vive”. Palloncini bianchi, lacrime e applausi hanno accompagnato la cerimonia. Alla fine alcuni amici hanno letto alcune lettere. Tra questi anche l’insegnante delle medie. “Eri speciale – ha scritto la professoressa – di una tenerezza infinite, con quei tuoi modi riuscivi a fare breccia nel cuore di tante ragazzine che facevano a gara per attirare la tua attenzione e tu nemmeno te ne accorgevi. Nessuno ti dimenticherà mai, ricordo quando durante le pause in classe parlavamo dei tuoi innamoramenti. Spero che adesso hai imparato a volare, hai recuperato anche l’ala che ti mancava. Addio piccolo angelo del paradiso. Eri un dono, non siamo riusciti a farti percepire il nostro amore”.

Secondo le prime indagini, ancora in corso, dietro la drammatica morte di Alessandro ci sarebbero aggressioni, minacce, insulti e intimazioni che lo avrebbero spinto a togliersi la vita. Un inferno che Alessandro avrebbe vissuto senza dirlo a nessuno. Sei gli indagati per istigazione al suicidio, due maggiorenni e quattro minorenni, tra cui una ragazza di appena 14 anni. Quest’ultima sarebbe l’ex fidanzatina di Alessandro che dopo essere stata lasciata avrebbe organizzato la feroce vendetta. Secondo quanto riportato dal Corriere, tra gli indagati ci sarebbero legami di parentela: cinque di loro sarebbero cugini, il sesto un amico. Le indagini, ancora all’inizio, chiariranno il loro ruolo nella vicenda anche scandagliando i dispositivi elettronici della vittima e degli indagati.

“La famiglia chiede l’accertamento della verità, che vengano accertati i fatti realmente accaduti. Qualora dovesse confermarsi l’ipotesi accusatoria con il coinvolgimento di soggetti terzi chiaramente chiederanno giustizia. Oggi però chiedono silenzio e rispetto: oggi è il giorno dell’addio al piccolo Alessandro”. Così Giulio Pepe e Mario D’Apuzzo, legali della famiglia di Alessandro, hanno detto a LaPresse, all’arrivo in chiesa per i funerali del ragazzino. “La partecipazione della città è emotiva; si è stretta intorno ai familiari perché i fatti che stanno emergendo, se dimostrati, rappresentano un fatto grave che interessa l’intera comunità”, hanno aggiunto. Tanti gli amici che hanno partecipato all’ultimo saluto ad Alessandro. Dopo la cerimonia si sono radunati tutti nel Chiostro cantando sulle note di “Nostalgia” di Blanco, tra le lacrime. Hanno fatto volare palloncini bianchi verso il cielo tra gli applausi e la commozione.

Ciro Cuozzo e Rossella Grasso

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