L’Italia è un paese caratterizzato da una grande diversità territoriale, con aree ricche di potenzialità che spesso rischiano di rimanere isolate. La crescita e lo sviluppo dipendono dalla capacità di creare connessioni efficaci tra istituzioni, imprese, infrastrutture e comunità: in due parole, di fare rete.

Questo è stato il filo conduttore del convegno “Le reti che uniscono i territori”, organizzato nella Certosa di Padula il 7 febbraio dalla Fondazione Ottimisti&Razionali con il patrocinio del Comune di Padula, la collaborazione della Banca Monte Pruno e la media partnership di Vallo Più, moderato da Angelo Raffaele Marmo, Condirettore di Quotidiano Nazionale.
Nel pubblico, gli studenti delle ultime classi del Liceo scientifico C. Pisacane, i giovani per cui l’infrastrutturazione significa la possibilità di restare nel proprio territorio senza rinunciare a prospettive di studio e lavoro, di vedere il Vallo di Diano connesso alle grandi direttrici economiche del paese.

L’alta velocità non è solo trasporti, ma crescita economica e sociale: lo ha sottolineato nella sua introduzione il direttore de Il Riformista, Claudio Velardi. «I territori, per crescere e svilupparsi, devono essere uniti e progettare il futuro. L’Alta Velocità è un’opportunità straordinaria: abbiamo tutte le potenzialità per farne un volano di sviluppo». A Padula infatti sarà realizzata la stazione “Vallo di Diano” dell’Alta Velocità, un’occasione che il territorio non può mancare: «Portare l’Alta Velocità qui significa sviluppo, occupazione, rilancio economico. Non possiamo permetterci di restare indietro», ha spiegato il Sindaco di Padula, Michela Cimino, «È una responsabilità collettiva».

L’infrastruttura da sola non basta: servono strategie di valorizzazione, investimenti e una visione chiara, come ha sottolineato Angela D’Alto, presidente del Gal Vallo di Diano: «Se ci faremo trovare preparati, l’alta velocità sarà un elemento decisivo per la nostra crescita economica». Sulla stessa linea Vincenzo Galdi, delegato del Rettore alle risorse strumentali dell’Università di Salerno: «Lo sviluppo di un’area non dipende solo dalle infrastrutture, ma anche da un dialogo intelligente tra tutte le reti esistenti. L’università ha il compito di offrire opportunità e connettere le competenze». Un punto cruciale, perché la crescita non si misura solo in chilometri di ferrovia, ma nella capacità di creare connessioni tra sapere, imprese e istituzioni.

Un richiamo alla concretezza è arrivato da Vittorio Esposito, presidente della Comunità Montana del Vallo di Diano: «Il nostro territorio ha dimostrato di saper realizzare grandi progetti, ma è essenziale che la politica sia supportata dalle imprese. Fare rete significa coinvolgere tutti gli attori in un progetto comune». Questo sottolinea un aspetto chiave: il ruolo della governance e la capacità di unire forze diverse per un obiettivo comune. Il legame tra sviluppo economico e infrastrutture è evidente: senza opportunità concrete, la fuga dei giovani verso altre regioni continuerà.

L’idea di un impegno collettivo è stata ribadita anche da Michele Femminella, Responsabile area territoriale della Banca Monte Pruno, che ha ricordato il ruolo delle banche nel sostenere il territorio e si è rivolto direttamente ai ragazzi in sala: «Abbiamo il dovere di reinvestire qui i nostri utili, sostenendo le imprese e incentivando i giovani a restare».
«Oggi il Vallo di Diano ha già importanti servizi, come l’autostrada e l’aeroporto, ma l’alta velocità rappresenterà un vero punto di svolta. Tuttavia, senza una strategia territoriale chiara, il rischio è perdere questa occasione», ha evidenziato il consigliere regionale della Campania Corrado Matera, sottolineando il ruolo cruciale della politica come motore di un’azione coordinata, in cui gli attori economici e sociali siano protagonisti e non semplici spettatori.
Il dibattito ha dimostrato che il Vallo di Diano ha tutte le carte in regola per diventare un nodo strategico della rete alta velocità. Ma perché accada serve un impegno condiviso tra politica, istituzioni, università, imprese. La lezione emersa è chiara: le reti, se ben costruite, non solo accorciano le distanze, ma creano sviluppo.

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Laureata in Lettere Moderne all'Università degli Studi di Napoli Federico II con una tesi in Linguistica generale, dal 2021 collabora con la Fondazione Ottimisti&Razionali, in qualità di Flow Strategist, occupandosi anche di organizzazione di eventi, ufficio stampa e scrittura di articoli su energia, digitale, comunicazione. Nel 2023 ha svolto attività di ufficio stampa e segreteria per un candidato presidente alle elezioni regionali in Lazio. Attualmente è Public Affairs & Communication Consultant per Reframe e redattrice de il Riformista.