Vince il centrodestra e si ricomincia. La sinistra invece di prenderne atto, di riflettere sugli errori commessi e di organizzare un’opposizione costruttiva, sceglie di ricorrere al vecchio schema: la demonizzazione dell’avversario. Se non sei di sinistra, non sei legittimato a governare. Punto e basta.

La questione però non attiene solo al dibattitto strettamente politico, è più ampia: la volontà è quella di accettare soltanto il pensiero unico, delegittimando chi la pensa diversamente. Un esempio, l’ appello bipartisan di alcuni intellettuali sulla guerra in Ucraina firmato da Massimo Cacciari, ma anche da Pierangelo Buttafuoco e Marcello Veneziani, che va fuori dagli schemi. Di fronte a un’escalation che rischia di portare a un conflitto nucleare dalle conseguenze imprevedibili, qualcuno cerca di parlare concretamente di pace (senza peraltro voler in alcun modo giustificare Putin).La reazione di una certa sinistra abituata a bollare tutti come putiniani appare imbarazzata.

La tendenza, infatti, è quella di usare un populismo uguale e contrario rispetto a quello usato dagli avversari che vorrebbe combattere. La crisi economica si preannuncia devastante e le scelte sia di politica interna che di politica estera debbono essere meditate e portare a risultati concreti. Il tempo per i pregiudizi e per le battaglie ideologiche a prescindere è scaduto. Ci sarebbe bisogno di un dibattito politico che si muova su binari di rispetto reciproco e di voglia di fare fronte comune rispetto ai problemi enormi che ci assalgono. Non è facile, ma questo è quello che vuole, in realtà, la maggioranza degli italiani. Un po’ tutti dovrebbero riflettere, Enrico Letta in testa.