Beppe Grillo torna a parlare, lo fa sul suo blog, pubblicando un video di poco più di cinque minuti dal titolo “un cuore da ragioniere” – riferimento a una battuta del Presidente del Consiglio dimissionario Mario Draghi. Al centro del messaggio soprattutto l’ex delfino del Movimento 5 Stelle, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio appena uscito dal M5s, e la regola dei due mandati. Attacco frontale al ministro da parte di Grillo che in questi giorni di crisi si era inabissato, non era intervenuto, neanche interferito con il M5s che non votando la fiducia al dl Aiuti al Senato ha causato la crisi che ha portato a indire le elezioni del 25 settembre. Grillo avrebbe  comunque approvato la gestione della crisi.

“Il Movimento c’è non c’è, non lo so, se è disintegrato, se è molecolare o quantico. Non lo so”, dice Grillo. Movimento che potrebbe finire addirittura molto presto, “potremmo essere morti tra 15 giorni”, osserva, che in effetti è in discesa nei sondaggi da mesi. “Però una cosa la so: – continua “l’elevato” – ho guardato quel parlamento e non era Draghi che mi ha sconcertato ma la visione di quel Parlamento lì, una visione vecchia, di gente che è dentro da 30 anni, 40 anni, e cominciavamo a essere dentro anche noi in quella visione. Non se lo merita nessuno quel parlamento lì, figuriamoci Draghi, neanche l’ultimo degli italiani“.

Il punto: “I nostri due mandati sono la nostra luce in questa tenebra lì, i due mandati sono l’interpretazione della politica in un altro modo, i due mandati sono un antibiotico dove tu interpreti la politica come un servizio civile. Sia io che Casaleggio quando abbiamo fatto queste regole le abbiamo fatte per l’interpretazione della politica in un altro modo. Le defezioni nel nostro Movimento sono causate da questa legge che è innaturale, lo capisco, è nell’animo umano“.

E quindi l’affondo: “C’è gente che fa questo lavoro, che entra in politica per diventare una cartelletta, Giggino ‘a’cartelletta’ è là che aspetta il momento di archiviarsi in qualche ministero della Nato. E ha chiamato decine e decine di cartellette insieme a lui che aspettano di essere archiviati insieme a lui in qualche ministero. Ora se dobbiamo morire, non vorrei morire come una cartelletta. Questa legge dei due mandati deve diventare una legge di stato. L’Italia si merita una legge elettorale, proporzionale con lo sbarramento, si merita una legge per la sfiducia costruttiva, si merita tutte queste cose e noi non siamo riusciti a farle: mi sento colpevole anche io. Ma abbiamo fatto qualcosa di straordinario: sono tutti contro di noi”.

“Tutto l’arco costituzionale, anche fisicamente spostano lo sguardo e la direzione dove stanno andando. Come se fossimo degli appestati: siamo degli appestati. E quando tutto il sistema, tutto la stampa, i bulli della stampa e i bulli della televisione, se il sistema reagisce così vuol dire una cosa sola: che abbiamo ragione. Noi siamo veramente un antibiotico, e se perdiamo questa interpretazione della politica abbiamo perso il baricentro di dove possiamo collocarci. Vi abbraccio tutti, vorrei un coraggio da trasmettervi, io ho un cuore che pulsa: altro che cuore dei banchieri io c’ho un cuore da ragioniere”.

L’inviolabilità della regola dei due mandati ha creato non pochi problemi all’ex premier e leader del M5s Giuseppe Conte. Con la norma sarebbero tagliati fuori diversi big tra cui il presidente della Camera Roberto Fico, la vice vicaria di Conte Paola Taverna, l’ex reggente Vito Crimi. Il video di Grillo ha scatenato non poche repliche: secondo il Corriere della Sera parlamentari ribattono al comico e fondatore che “invece deroga sul due per mille per pagare Grillo va bene. Perché un ragioniere i suoi soldi li sa contare”.

 

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.