La notizia ‘bomba’ era filtrata già nella serata di ieri, 10 maggio, ma oggi è arrivata la conferma ufficiale: l’Ucraina chiude parzialmente i rubinetti del gas russo per l’Europa. La Naftogaz, la compagnia ucraina che gestisce i gasdotti di interconnessione tra la Russia e l’Europa, ha ufficializzato questa mattina lo stop al trasporto di un terzo del gas russo verso il Continente

L’Ucraina non è più responsabile del trasporto del gas russo attraverso i territori ucraini sotto occupazione militare russa: si tratta di un terzo del volume totale del transito di gas verso l’Europa”, si legge in una nota della compagnia

Naftogaz ha anche inviato una lettera a Gazprom nella quale ha informato delle circostanze di “forza maggiore che rendono impossibile continuare il trasporto di gas attraverso il valico di Sokhranivka e la stazione di compressione Novopskov, che si trovano nel territorio occupato dai militari russi”.

Già ieri, come detto, il gestore del sistema di trasporto di Gas dell’Ucraina (GTSOU) aveva annunciato che a causa dell’occupazione russa del Donbass il punto di ingresso di Sokhranivka, tracciato delicatissimo perché il metano passa per il territorio della regione separatista di Lugansk, sarebbe stato bloccato dalle 7 del mattino odierne ora locale, le 6 in Italia.

Kiev aveva anche lanciato una proposta alternativa, ovvero reindirizzare i flussi del gas a Sudzha, ancora sotto il controllo dell’esercito ucraino, ricevendo come risposta un secco ‘no’ da Mosca perché le autorità russe hanno reputato impossibile spostare tutti i volumi e che non ci sono pericoli che consigliano di farlo.

Quel che appare certo è che dalla rotta ‘chiusa’ dagli ucraini passano circa 32,6 milioni di metri cubi di gas al giorno destinati all’Europa e che in Italia passano dal valico di Tarvisio. Nel 2021, prima dell’inizio del conflitto, Gazprom ha consegnato 41,6 miliardi di metri cubi di gas attraverso l’Ucraina, mentre a marzo il totale delle consegne russe attraverso l’Ucraina ha raggiunto i 110 milioni di metri cubi al giorno.

Al momento comunque non si registrano rallentamenti nel sistema italiano sul fronte delle forniture di gas, come viene evidenziato dai dati pubblicati sul sito di Snam. I flussi Tarvisio sono in diminuzione rispetto a ieri ma sono compensati da maggior afflusso a Passo Gries (da Nord), grazie all’interconnessione delle reti e alle varie fonti di importazione.

Contro il blocco del gas russo il governo Draghi da settimane è al lavoro con una serie di missioni all’estero per diversificare le forniture e ridurre la dipendenza da Mosca, che prima del conflitto copriva oltre il 40% del nostro fabbisogno. Nelle scorse settimane Eni, il ‘braccio operativo’ nella questione gas, è intervenuta col suo amministratore delegato Claudio Descalzi in Algeria, Azerbaijan, Angola, Congo, Qatar. Inoltre dagli Stati Uniti stanno crescendo col passare delle settimane le forniture di gas naturale liquido, il GNL, per il cui utilizzo è pero fondamentale ampliare la dotazione italiana di rigassificatori.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia