Chi ha fatto le mosse politiche di sostanza ieri, nella giornata del diluvio di retorica sia Russia che Ucraina sulle celebrazioni russe per l’anniversario del giorno della vittoria nella seconda guerra mondiale, è stato il presidente francese Macron, che dopo la conferma del mandato all’Eliseo sembra muoversi più liberamente nella diplomazia di guerra. «Non dobbiamo cedere alla tentazione dei revanscismi. Domani avremo una pace da costruire» e «dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo. Ma questo non si farà né con l’esclusione reciproca, e nemmeno con l’umiliazione» ha detto a Strasburgo per la cerimonia di chiusura della Conferenza sul Futuro dell’Europa.

Più tardi ha aggiunto: ci vorranno «diversi anni» perché l’Ucraina faccia il suo ingresso nell’Ue parlando del «grado di integrazione e al requisito degli standard europei». E’ possibile fare una revisione accelerata della posizione di Kiev, ha aggiunto, sottolineando la necessità di «trovare una forma politica in Europa per vincolare» nuovi Paesi e trovare «altre forme di solidarietà». Si riferisce a un’entità che ha battezzato come Comunità politica europea, che cooperi sul terreno della sicurezza e dell’energia, e che immagina come più ampia rispetto alla Ue e in grado di accogliere paesi non Ue.

Il cancelliere Olaf Scholz ha spiegato ieri l’inversione a U tedesca sull’invio di armi pesanti: «Putin non ci lascia altra scelta» ha detto Scholz parlando al congresso del sindacato Dgb a Berlino. Il presidente russo ha messo in gioco la pace in Europa, e su questo non deve riuscire, «perciò aiutiamo l’Ucraina», Putin ha leso «il principio dell’inviolabilità dei confini in Europa per il suo progetto di rivincita di un impero russo. Accettare questo significherebbe non solo piantare in asso le vittime, ma anche rafforzare il suo aggressore nella sua azione criminale». Sul piano della guerra guerreggiata la notizia di ieri è l’attacco con missili su Odessa mentre era in corso la visita del presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Bombardamento anche a Jarkov. Ripresi gli attacchi anche alle acciaierie di Mariupol dopo l’uscita dei civili in un convoglio Onu. Il presidente statunitense Biden ieri è tornato sulle fughe di notizie: sono controproducenti e vanno interrotte ha detto ai massimi funzionari della sicurezza nazionale Usa, secondo quanto riporta la Nbc News.

Biden ha avuto colloqui telefonici separati con il segretario alla Difesa Lloyd Austin, il direttore della Cia William Burns e il direttore dell’intelligence nazionale Avril Haines dopo che la Casa Bianca ha negato di fornire informazioni agli ucraini utili a «uccidere i generali russi». Proprio a loro Biden ha detto che far sapere come gli Stati Uniti stanno aiutando l’Ucraina non è utile e per questo non va reso noto, anche perché «distraggono dall’obiettivo». La Cnn ha invece dato notizia che gli Stati Uniti avrebbero ricevuto «rapporti aneddotici» su militari russi impiegati in Ucraina che si rifiuterebbero di obbedire agli ordini.

Gli episodi di insubordinazione riguarderebbero sia militari semplici che «ufficiali di grado medio a vari livelli, anche fino al livello di battaglione». Questi militari, secondo i rapporti ricevuti, si rifiuterebbero di obbedire agli ordini e di avanzare nella nuova offensiva nel Donbass. Questi ufficiali «si sono rifiutati di obbedire agli ordini oppure non stanno obbedendo con lo stesso livello di prontezza che ci si aspetterebbe da un ufficiale». la fonte sarebbe, secondo quanto diffuso dalla Cnn, un alto funzionario della Difesa.