La Russia è «ancora aperta al dialogo» con l’Ucraina. Così il presidente russo Putin nella telefonata di oltre due ore con Macron citato dalla Tass. L’informazione ufficiale da parte russa sul contenuto della telefonata serve al Cremlino per chiedere a un generico occidente di «smettere di fornire armi a Kiev». E per ribadire la versione di Mosca sull’evaporazione dei negoziati. L’Ucraina «non è pronta per negoziati seri» taglia corto la Russia che accusa «l’Unione europea» di «ignora i crimini di guerra delle forze di Kiev». Putin ha incaricato il governo di determinare, entro 10 giorni, un elenco di entità soggette a sanzioni di ritorsione russe.

Nel decreto con contro-sanzioni firmato dal presidente russo si vieta di effettuare transazioni e adempiere agli obblighi nei confronti di persone fisiche e giuridiche straniere che sono cadute sotto sanzioni di ritorsione russe. Si vieta anche l’esportazione di materie prime e prodotti dalla Federazione russa verso le entità sanzionate in Russia. La data del 9 maggio, indicata nelle ultime settimana da più parti come il giorno solenne (anniversario della vittoria contro il nazismo) in cui Putin potrebbe dichiarare raggiunti gli obiettivi e ordinare di smettere di bombardare, è stata ieri invece indicata dalla Cnn come quella in cui Putin potrebbe anche, al contrario, dichiarare formalmente guerra all’Ucraina allo scopo di poter mobilitare i riservisti. In Germania intanto il governo si starebbe apprestando a mandare sul campo di battaglia ucraino sette obici panzer 2000. Lo scrive Die Welt, citando fonti vicine all’esecutivo. Si tratta di corazzati della Bundeswehr. L’esercito ne ha circa 120 a diposizione. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, dopo aver incontrato le prime ministre di Finlandia e Svezia a Meseberg, che dicono di non aver ancora deciso di chiedere l’ingresso nella Nato, ha assicurato loro l’appoggio tedesco e ha detto: «Nessuno può esser certo che la Russia non rompa di nuovo la legalità internazionale con la forza». Scholz è di nuovo sotto pressione per la sua dichiarazione di non voler andare a Kiev a incontrare Zelensky.

In una intervista televisiva ha ribadito che la motivazione del suo diniego è il comportamento avuto da Zelensky con il presidente tedesco Frank Walter Steinmer, socialdemocratico come Scholz, che s’è visto stracciare da Kiev un viaggio già preparato a causa delle buone relazioni avute in passato con Mosca. Visto il rifiuto di Scholz il capo dell’opposizione tedesca, Friederich Merz, s’è precipitato e è andato lui con un viaggio a sorpresa ieri. Il premier inglese Boris Johnson ha annunciato ulteriori 300 milioni di sterline (356 milioni di euro) in aiuti militari all’Ucraina, comprese apparecchiature per la guerra elettronica e un sistema radar controbatteria. Non aiutare l’Ucraina nel 2014, quando la Crimea fu annessa dalla Russia, è stato un errore, ha detto. E’ iniziato un attacco violentissimo con artiglieria ed aerei alle acciaierie Azvostal di Mariupol. Scrive l’agenzia ucraina Unian, citando il proprio corrispondente militare Andrei Tsaplienko: «Gli occupanti hanno preso d’assalto l’Azovstal, cercando di entrare nell’impianto». L’attacco è confermato dal vice comandante del reggimento Azov: «Siamo stati bombardati tutta la notte, due donne civili sono rimaste uccise e ora Azovstal viene preso d’assalto». Anche Mosca conferma di aver aperto il fuoco.